Questo libro di Chiara Gligora offre una lettura intensa, forte, coinvolgente. Leggere Whispers from the Blue, infatti, significa aprire con una chiave uno scrigno segreto nel quale sono custoditi pensieri molto intimi ma soprattutto pensieri preziosi. Questo avviene perché, nonostante ogni componimento di questo volume appaia scritto in maniera quasi fulminea, impulsiva, istantanea, diretta, in realtà ciascuno scritto è il prodotto di una riflessione molto profonda, sentita dentro, elaborata e rielaborata, rifinita, raffinata, che tenta il più possibile di “oggettivizzare” sensazioni altamente soggettive.
È una ragazza di ventidue anni, nata e cresciuta a Reggio Calabria. Dice di sé: «L’unico e vero posto che riesco però a chiamare casa è una modesta abitazione in campagna, di proprietà dei miei nonni, situata a Saline Joniche. Circondata solo da un piccolo orto e da distese deserte di erba incolta, ma che racchiudono migliaia di odori e suoni che a distanza di anni non sono cambiati e che riescono ancora a distendere i miei tanti grovigli di pensieri. È l’angolo di paradiso, in mezzo alla natura, in cui ritorno ogni volta che ho bisogno di resettare tutto e di mettere su carta domande, dubbi e una buona dose di insicurezze. Ma è un po’ ovunque, tra periodi on e off, che mi perdo nella lettura di libri di vari generi sottolineando ogni piccolo dettaglio che risalta alla mia attenzione. Nei numerosi diari che mi porto in giro mi piace coltivare anche quelle che sono le mie altre passioni artistiche, quali il disegno e un po’ di pittura impiastricciata in forme non sempre decifrabili. Al posto della penna, in mano di solito tengo una macchina fotografica. Nella mia quotidianità mescolo anche il mio amore per il tennis. Tra una cosa e l’altra, è sempre al mio punto di riferimento che alla fine torno: il mare, che da sempre sa ispirarmi e svuotarmi di tutto ciò che di non essenziale, a volte, mi sovrasta».
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