Vinotopia è un’opera poliedrica, capace di sorprendere il lettore con strati diversi di significato. Il racconto inizia con un gioco da tavolo in stile Jumanji che catapulta il lettore al fianco del protagonista in un viaggio di otto tappe intorno al mondo. Ogni tappa offre ostacoli e una guida, rappresentata dalla personificazione del vino locale, che accompagna il protagonista in un percorso di rinnovamento interiore.
Non si tratta infatti solo di un viaggio “fisico”, ma anche “metafisico”, in cui il dolore può essere letto sotto un’altra luce.
L’intento è quello di “democratizzare” il mondo del vino, rendendolo accessibile e coinvolgente per tutti. Vinotopia rappresenta così un esperimento di didattica creativa volto a rendere la cultura del vino più inclusiva e stimolante per un pubblico variegato.
Sono state le mie passioni – la scrittura prima e il vino poi – a rincorrermi quando mi trovavo da tutt’altra parte.
Nata a Rovigo, dopo aver frequentato il liceo classico per volere del nonno materno che minacciava di diseredarla, Silvia si trasferisce a Milano per studiare economia aziendale presso l’università Bocconi per volere questa volta del padre. Nessuna delle due scelte sarà mai rimpianta. Dopo la laurea magistrale si occupa per nove anni di Internal Audit, Risk and Compliance per un’importante società di consulenza direzionale. Poi capisce che non è quella la sua strada. Molla tutto per seguire il sogno di diventare ghostwriter per i professionisti del mondo del vino, di cui nel frattempo si è profondamente appassionata. Sommelier e certificata WSET level 3, scrive questo suo libro di esordio come parte integrante del suo progetto di promuovere un nuovo paradigma comunicativo per il settore che possa parlare un linguaggio universale, capace di attrarre anziché respingere il grande pubblico.
E ora che mi hanno trovato non intendo più fuggire.
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