In ognuna di noi c’è Lynette. Tutte quante sentiamo il bisogno di aggrapparci al bordo del baratro per non cadere giù quando il mondo ci crolla addosso e, con una forza insperata, mordiamo la polvere nel tentativo di ritrovare il nostro equilibrio, il mondo circostante. La forza di Lynette, la sua determinazione, dimostrano che la volontà e quel sano egoismo, che tanto è additato dal resto della gente, spesso sono essenziali per vivere, per difendersi dalla cattiveria del mondo. È una sana necessità che si rivela fondamentale per tutelare la propria salute psichica.
Non è una donna complicata; i suoi gesti, semplici e basilari, tratteggiano una personalità volitiva ma arrendevole allo stesso tempo. La sua è una storia come tante, fatta di dolore, violenza verbale e psicologica, con accanto una persona meschina e anaffettiva che la getta nella più completa disperazione. Ma dietro l’angolo, un uomo la osserva, la desidera, è da tempo che le ha puntato gli occhi addosso. Una scusa banale e l’incontro sfocia in un amore bollente, sofferto ma totalizzante, che perfettamente si insinua tra le pieghe della storia di un momento profondamente sofferto dell’umanità.
Ut persicum odorem, di Natalia Novacova, un esempio di memoria involontaria, come direbbe Proust, che la condurrà ai primordi del suo essere, alla riesumazione di una maternità mai sopita.
Esiste forse più di un modo per descrivere una persona. Il primo è come si vede e sente la persona stessa; il secondo è come la vedono e la sentono gli altri. Ma chi meglio sa cosa si prova mettendo nero su bianco il proprio essere e forse diventare così trasparente per gli altri, se non l’autore stesso? Essere coerente con ciò che si dice e con ciò che si fa a me piace. Mi piace anche la semplicità.
Svolgere un mestiere semplice e umile non è che mi piaccia molto, ma è quello che mi permette di regalare un sorriso in più ai miei figli. Un’altra cosa che non mi piace molto, ma ormai mi sono anche un po’ abituata, è quello di sentirmi straniera qui, in questo Paese, in cui vivo dalla metà della mia vita, e mi sento ancora di più così nel mio paese d’origine, la Moldavia, un paese dell’ex Unione Sovietica.
Un’altra cosa che mi piace tanto, ma proprio tanto, è mangiare, e in Italia ho trovato il mio habitat gastronomico.
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