La poesia di Giorgio Giannone è un canto emozionale, dove la parola diventa essenza di passionalità e le emozioni evocative spesso si materializzano in immagini visive.
La sua creatività versatile spazia tra la pittura, la poetica e la produzione teatrale. Le tre arti si fondono per creare quell’alchimia così intensa che trasporta il lettore, il quale ne gode l’intensità ed assapora l’amore in tutte le sue sfumature, da quelle più delicate, soavi, a quelle più carnali, primitive, ma comunque amore: fonte di calore, di complicità e di ardore. La sua lirica si articola tra versi sciolti e liberi da ogni schema precostituito, ma non perde la musicalità, il senso del ritmo, il messaggio emozionale; essa raggiunge i cuori, fa udire le vibrazioni primordiali, testimoni di una sensualità che travolge la razionalità.
Canta l’amore e lo esprime in ogni forma, inserendo elementi legati alla natura, ai luoghi natii e cari al suo cuore. Versi liberi e trasgressivi denotano una libertà estrema, un’indole indomita che segue il suo percorso non assoggettandosi ad alcuno schema precostituito.
Giorgio Giannone è nato a Scicli (Rg), ma vive a Siracusa.
Laureato in Giurisprudenza si è dedicato all’insegnamento delle materie giuridiche ed economiche.
Ha pubblicato Poesie liriche d’amore, Canti d’Ortigia (1972), e la Trilogia dell’amore: “Anna” (1987), “Zefira” (1988) e “Ciocca di luce” (1988), tragedie liriche in tre atti; successivamente Plenilunio, Canti Iblei, e I cinque canti del distacco pubblicati nel 2017.
La tragedia “Anna” è stata rappresentata in prima mondiale a Siracusa presso il salone “Carabelli” il 9 novembre 2003 in due spettacoli uno pomeridiano e l’altro serale per i soci di “Nuova Scena”. Interpreti: Dora Peluso e Pippo Bianca, con la regia di Rosa Peluso.
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