Nelle sue liriche, Carlo Liberati affronta complesse domande esistenziali che non possono mai trovare una risposta certa e che, pertanto, lasciano il poeta e quanti come lui e prima di lui si sono posti questi interrogativi, in una condizione di perplessità e insoddisfazione. Il significato della vita e il rapporto tra l’essere e il tempo sono alcuni dei quesiti che qui vengono posti.
Essi convivono con il grande dilemma metafisico, cioè se esista un altrove in grado di indurci a un’interpretazione teleologica alla vita, o se, leopardianamente, si sia soli davanti all’infinità dell’universo. I versi scorrono leggeri, grazie a uno stile chiaro e diretto che sembra dare del tu al lettore, facendo propria la difficile lezione della semplicità.
Carlo Liberati è nato a Teramo nel 1955. È vissuto in un paese di montagna, Rocca di Mezzo (AQ), fino all’età di 12 anni e successivamente a Roma. È medico e ha lavorato sempre in strutture ospedaliere nel campo dell’emergenza urgenza e si occupa ancora di formazione. Ha pubblicato diversi manuali che riguardano la gestione delle emergenze. È un convinto sostenitore della sanità pubblica. Musicista polistrumentista, ha collaborato con formazioni nel settore rock e jazz. Si cimenta con la poesia dove esprime l’inquietudine delle contraddizioni umane, il dilemma del tempo e la ricerca del senso della vita.
«Mi perdo in un sentiero di favole che raccontano verità col gioco dell’improbabile».
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