Quello che si mette in scena è un denso groviglio di sentimenti esasperati, rancori, emozioni mai davvero espresse che hanno condizionato la vita del protagonista e quella degli altri. Allontanamenti duri per difendersi dal dolore, richieste d’amore fatte in modo crudele, sbagliato, che sortiscono inevitabilmente l’effetto opposto.
Ognuno vive le proprie ferite e paure nel solo modo che conosce, fino a quando una morte imminente non pone davanti alle proprie debolezze, nella consapevolezza che in fondo sciogliere i lacci del non detto, del risentimento incancrenito può portare a una nuova nascita e alla speranza di una vita libera dalle gabbie mentali.
Una sorta di testamento in cui ognuno può riconoscere le proprie manchevolezze spesso imputate agli altri in una strenua difesa delle proprie ragioni, fino a capire che tirando ognuno la corda dalla sua parte questa spezza quei legami che forse, solo loro, possono aiutare a superare la propria solitudine e il proprio senso di incompiutezza.
Jole Morgante è critica letteraria, studiosa in particolare del Seicento francese e già docente universitaria. Dopo anni di ricerca e la pubblicazione di numerosi saggi e contributi, utilizza ora le intuizioni raggiunte per passare dall’altra parte della barricata misurandosi con la scrittura creativa. Facendo tesoro delle competenze acquisite con lo studio del lavoro altrui, ha voluto realizzare a sua volta un romanzo nella forma del racconto introspettivo, utilizzandovi molteplici voci che fluidamente si alternano.
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