Sullo sfondo della seconda guerra mondiale, la quotidianità di Vittoria ed Ernesto viene stravolta dall’arrivo di un giovane disertore tedesco, capitato per caso in un freddo mattino d’autunno nell’orto di casa.
Anche la quotidianità di una famiglia ucraina viene sconvolta dall’arrivo altrettanto inaspettato di due giovani soldati italiani in cerca di rifugio.
Esistenze diverse in luoghi distanti, accomunate dall’orrore della guerra che tuttavia non scalfisce l’umanità dei sopravvissuti desiderosi di pace.
Oriano Campini nasce a Bondeno, in provincia di Ferrara, nel febbraio del 1955.
È stato operaio, Dirigente Sindacale, Responsabile del Personale di Ipermercati, infine Direttore Risorse Umane in una grande impresa della Distribuzione Commerciale.
Insieme a Susi, vive per alcuni periodi tra le montagne della Val di Fiemme, dove risiede, e per altri nel paese natale, dove vivono gli affetti famigliari e gli amici di sempre. Dopo avere redatto per anni relazioni di lavoro e contratti, decide di misurarsi con un sogno coltivato a lungo: scrivere il suo primo libro.
NICOLETTA BENCIVENNI –
Talmente avvincete che l’ho letto tutto d’un fiato nel fine settimana appena trascorso, appassionandomi alle vicende delle due famiglie e trovandovi innumerevoli analogie con quelle raccontate da chi ha vissuto in prima persona il periodo della seconda guerra mondiale. Ma questo libro, scritto in modo eccellente, non è un libro sulla guerra, che rappresenta solo lo sfondo della storia, ma sull’accoglienza, sull’amicizia, sui sentimenti di personaggi autentici e carismatici. Un libro davvero molto bello che vale la pena di leggere.
LOREDANA REPPUCCI –
Ci sono emozioni che non possono essere descritte, proprio perché non hanno un’espressione
né un preavviso a scuoterci, a risvegliare in noi qualcosa che non sapremo mai comunicare ad
altri, l’immaginazione non ha più immagini. Leggere questo libro, è piuttosto un’esperienza diretta
perché intender non la può chi no la prova”, diceva il sommo poeta, Dante. Non si possono
descrivere situazioni per le quali “non ci sono parole”. Guerra. Non è un diario, ma il lettore “vive”
le paure, il rischio, la generosità umana, lo scoraggiamento… moltissimi ne hanno parlato, scritto,
dissertato, ma pochi ci hanno trasmesso qualcosa di vero, d’intimo, di segreto, di “indescrivibile”,
come ha fatto Oriano Campini nel suo ”Parole mai viste”. Poche ore di lettura che t’immergono in
emozioni tremende o dolcissime, senza l’aiuto di aggettivi, di descrizioni o di fronzoli, ma vere,
proprio perché nei nostri vocabolari (sempre più voluminosi per l’arricchimento di terminologie
nuove) non sono mai state riportate. Parole mai viste, insomma. Tutto ciò che esprime Campini
non è descrivibile né descritto, eppure – leggendolo – lo viviamo per intero: dolore, gioia, paura,
disperazione, rassegnazione, pietà, amore, odio… senza neppure un aggettivo per aiutarci!
Non occorre. Oserei dire che le parole scritte non sarebbero in grado di trasmettere ciò che,
essendo indescrivibile, Oriano ci fa vivere quasi da protagonisti: le vicende di ogni personaggio. È
un libro singolare, nuovo, eppure tradizionale, una scrittura magicamente perfetta come oggi è raro
che accada, e tuttavia flessibile, spontanea, vera. Si dovrebbe leggere in tutte le scuole, perché
senza servirsi di logorroiche lezioni di vita, questo libro esprime qualcosa di meraviglioso: il
Sentimento, la Nobiltà degli ideali, il Rispetto, i Principii da cui il lettore esce sicuramente arricchito.
Antonella Moretti –
PAROLE MAI VISTE:
Entrare in punta di piedi nella vita delle persone, descrivendone, con sapienza ed estrema sensibilità, sentimenti e vicissitudini messi a dura prova dalla guerra.
Raccontare con un linguaggio esemplare, quasi scomparso nell’oggi frenetico e indifferente.
Dipingere un affresco in cui ci si sente parte viva della narrazione.
Un libro coinvolgente ed emozionante, che risveglia sentimenti ormai persi nell’ intimo più profondo, da leggere tutto d’ un fiato.
MAURIZIO BARUFFALDI –
Maurizio Baruffaldi 25/04/2023
Uno schema narrativo originale e coinvolgente. Vicende descritte con calore e sincera partecipazione. Personaggi, situazioni, atmosfere e sentimenti verosimili, autentici mai banali. Dialoghi mai pesanti, sequenze narrative calibrate, didascalie psicologiche raffinate e profonde. Un bel narrare ed una lettura suggestiva, con ritmo ed alternanze di situazioni ben sostenute dalla struttura dei capitoli agile e leggera.
Due storie parallele con un epilogo tenero , delicato e coinvolgente in linea con i toni misurati e sobri di tutta la narrazione.
Le vicende, simmetriche, dell’ incontro e dell’addio dei tre militari sbandati con la sorprendente ospitalità, il loro ritorno alla realtà della guerra, il tocco di drammaticità nella vicenda di Theodor, la esplosione del personalissimo dramma di Bruno, la bellezza dell’arrivo a casa di Amedeo, la sua finale partecipazione alla storia di Bruno : sono, questi, tutti passaggi (di un crescendo narrativo e psicologico) che contribuiscono a tratteggiare quell’evento immane ed indescrivibile che risulta essere la guerra, per raccontare la quale servono, per l’appunto, parole mai viste.
Va detto che le annotazioni ed i richiami relativi alla militanza politica e “resistenziale”, disseminati con tono mai sconvenientemente epico o retorico ( tentazione facile !), sembrano non prevalere mai nella caratterizzazione dei protagonisti né dominare mai il loro profilo. I passi più belli, umani e autentici sono quelli, schiettamente antieroici, in cui Ernesto e Vittoria, ( ma anche Amedeo e Bruno ) si arrovellano tra dubbi ed istinto d’agire, tra paure e pulsioni di solidarietà, tra angoscia e curiosità, tra incubi e “pensieri di mamma” .
Tragica e allo stesso tempo eroica, fra le altre, la scena della visita/colloquio di Ernesto con la famiglia di
Vittoria.
Insomma una bella storia di guerra, sulla sua incomprensibilità, prima ancora che sulla sua irrazionalità, senza un filo di retorica, solo un richiamo tenerissimo e , tutto sommato confortante, alle buone e solidali profondità d’animo di uomini e donne che la stessa guerra può disvelare, al di là delle tante e consuete atrocità e brutture che abbiamo imparato a conoscere e che a tutt’oggi stiamo conoscendo.
Annalisa –
Libro decisamente scorrevole, letto velocemente in 3 giorni perché decisamente piacevole. In questo libro i veri protagonisti delle vicende sono le emozioni. Emozioni dense e cariche di significato che si snodano sullo sfondo della guerra.
Interessante l scelta del titolo che proprio alla fine del libro se ne capisce a pieno il significato, perché le parole non possono spiegare gli orrori della guerra e ciò che essa ha provocato negli animi delle persone.
Mauriziof –
L’autore ha trovato tutte le parole adatte a descrivere in modo avvincente, e convincente, gli effetti della storia nella vita delle persone.
E gli effetti che le persone producono sugli altri, con le loro scelte e le loro azioni.
Pur trattandosi di un’opera prima, questo romanzo ha una forza narrativa sorprendente: una volta iniziato, è difficile interrompere la lettura a fine capitolo senza essere vogliosi di seguire la sorte dei suoi protagonisti.
Una lettura piacevole e costruttiva, che dà soddisfazione e lascia spazio ad una riflessione introspettiva sulla capacità dell’uomo di accettare o affrontare il suo destino.
Assolutamente consigliato.
VittoriaC –
Trovo il libro di ottima fattura, lieve nelle parole e profondo nei sentimenti. Una storia molto bella, originale, due madri monumentali, amicizie fuori dal tempo. Consigliato a chi ama le buone letture.
Carlo Negrini –
La presentazione del libro di Oriano Campini a Bondeno mi ha incuriosito parecchio anche perché non conoscevo questa qualità di narratore.
È stata una piacevolissima sorpresa scoprire quali sentimenti e quanta passione Oriano sa trasmettere agli altri col suo modo di raccontare le memorie di chi è stato testimone degli avvenimenti bellici passati.
Il libro si legge veramente tutto d’un fiato e gli avvenimenti che si succedono vanno a colpire direttamente la sensibilità del lettore in profondità con parole semplici e mai banali.
Le emozioni che si provano leggendo il libro sono profondamente umane e in alcuni passaggi anche molto commoventi.
Quello di Oriano è un racconto soprattutto sulle donne e sulla loro visione del mondo e della vita descritte con grande umanità e semplicità mettendo in primo piano la loro specificità di donne, madri, mogli e soprattutto la loro determinazione nelle scelte che ritengono giuste.
Come dicevo all’inizio non conoscevo questa qualità dello scrivere di Oriano e oggi posso dire di avere un amico scrittore e vorrei incoraggiarlo a continuare a regalarci queste perle di umanità di cui oggi mi pare ci sia un gran bisogno.
Grazie Oriano.
Giorgio Zattoni –
Parole mai viste .
Un libro da tenere nella propria libreria, da regalare.
Perché con semplicità ti porta in un mondo di cui hai letto , hai studiato, hai sentito storie simili raccontante dai tuoi nonni, da taluni professori a scuola.
Una lettura che ti prende, che mentre leggi di tocca il cuore e soprattutto ti fa vivere quei momenti così ben descritti, che ti pare di viverli, anzi di VEDERLI.
Così come vedi, altri punta di vista (almeno per me) quale il disagio di BRUNO nel vivere in una famiglia fascista.
G. Zattoni
Romildo –
Devo ammettere che è un libro scritto bene e per cui l’ho letto con piacere in poco tempo. Un racconto struggente riportato con passione e semplicità, generando a mio avviso, una velata empatia contaggiosa, non solo con i vari personaggi del suo libro, ma pure con il lettore.
Oriano non lo conoscevo come scrittore, ma bensì conosco la sua forte umanità e sensibilità per le storie semplici della vita di tutti i giorni, purché vere.
Romildo S.
giovanni sanguinetti –
Già dalla prima opera l’autore dimostra una grande maestria nel far immergere il lettore nella storia. l’abilità nel trasmettere dettagli ed emozioni lascia però il giusto spazio alla fantasia del lettore che riesce ad entrare nella storia portando con se i propri vissuti. Sono certo che ciascuno di noi ha immaginato luoghi, ambienti e personaggi in modi diversi. un libro da leggere tutto d’un fiato tanto è forte la tentazione di proseguire con la storia al termine di ogni capitolo. Probabilmente lo rileggerò presto.
complimenti Oriano, aspetto con ansia il tuo prossimo lavoro.
Giovanni S
Ambra Paganelli –
La trama del libro è inaspettata: fin dall’inizio ero certa che avrei letto di una storia di guerra. La guerra, invece, fa da sfondo, rimane in secondo piano: Oriano utilizza personaggi del passato per raccontare l’umanità, i sentimenti e le paure che accomunano tutti gli uomini, anche quelli di oggi. Si parla di accoglienza, di come superare il pregiudizio e il timore per il diverso, dell’importanza dello studio nella crescita personale.
Non tralascio il motivo più intimo per cui ho letto questo libro in modo appassionato: ritrovo “i miei posti” alcuni dei quali riconosco dalle descrizioni e per le sensazioni: la nebbia, i canneti, gli argini del fiume.
Grazie Oriano!
Marco Corazzari –
Parole mai viste Oriano Campini
con una scrittura semplice,scorrevole, raffinata,ma nello stesso tempo forte,diretta potente, il bel libro di Oriano Campini (parole mai viste /Albatros ed.) Inchioda il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Definirlo romanzo mi sembra riduttivo.
Vittoria, Ernesto, Adelmo, Bruno, Dimitry, Theodor, il maestro ( i nomi dei protagonisti) intrecciano le vicende che li riguardano in microcosmi che descrivono una umanità sconvolta e disperata, che prova a sopravvivere ad ecatombi e stermini.
Sono donne ed uomini non illustri che non contano niente. Sono dimenticati o peggio abbandonati, lasciati soli a dare un senso all’umanità.
Mi ricordano la definizione di Flober riportata da Yourcenar in “memorie di adriano” : …quando gli dei non c’erano più e Cristo non ancora c’è stato un momento in cui c”era l’uomo solo…d’altro canto legato a tutto…
Queste donne e uomini che ci descrive Oriano non riescono a capovolgere il corso della storia ma provano ad uscire dalla gabbia dei ruoli che sono stati a loro assegnati.
L’autore che è un equilibrsta e gioca con le parole come un funambolo accompagna il lettore in situazioni che hanno lo scopo di ridare senso e scopo a parole importanti.
Un esempio per tutti, prendiamo la parola nemico: può essere un nemico chi guardandoti smarrito ti dice: ….fame…paura..( pag.16). Due parole dure forti , alla Corman Mcarty e la parola nemico diventa….mai vista. Nel libro le diverse vicende narrate, hanno lo scopo ( a mio parere) di ridare significati nuovi ..mai visti a termini come amicizia, libertà, solidarietà, amore. Per questo non è un libro sulla guerra anche se lo sfondo è la guerra mondiale che ha suicidato l’Europa dal 1914 al 1945 ( una unica guerra con un intervallo.).
Nello scavo psicologico dei personaggi del libro trov iamo ( sempre secondo me) il ruolo diverso delle donne rispetto agli uomini, le donne sono l’utopia . ” Attorno a quel tavolo c’erano due mamme” (pag…?) per loro la guerra semplicecemente non deve esistere, un utopia che non sappiamo quando si realizzerà ma che va perseguita continuamente ( Maometto non raggiunse la terra promessa, ma cammino sempre in quella direzione) e su questo i personaggi femminili sono intransigenti. Mentre gli uomini sono il disincanto di chi la guerra anche se ingiusta la combatte e prova a fare la pace.
Un libro che sicuramente lascia un segno, un libro dolce come la maddelin.
Bravo oriano