Un saggio puntuale e accurato, un’indagine sulle dinamiche interne alla Chiesa con i suoi papa e anti-papa, papi emeriti, non-papa, Chiesa, anti-Chiesa, alla strenua ricerca di un filo logico, supportato dalle Sacre Scritture, ma anche dalle innumerevoli marianofanie, non tanto per condannare e demolire, ma per trovare un senso, il Vero Senso di tutto, per poter ancora credere, per poter ancora vivere in quella Fede che accompagna molti di noi per tutta la vita.
Qual è il vero destino della Chiesa?
È davvero tutto sotto i nostri occhi o c’è ancora tanto da scoprire affinché la verità possa di nuovo illuminare il cammino della Chiesa cattolica?
Sandro Pomiato nasce a Venezia ormai un mucchio di anni fa. Si laurea in medicina e chirurgia a Padova nel 1974, a pieni voti ma con un ritardo di due anni a causa di una lunga malattia contratta nel corso degli studi. Per quasi quarant’anni lavora come medico missionario (sinonimo di dedizione e servizio incondizionati) in quelli che allora si chiamavano “Paesi del Terzo Mondo”: prima, per quindici anni, in ospedali rurali e lebbrosari missionari e governativi; poi, per quattro, come funzionario dell’Unicef, ma viene rimpatriato in condizioni critiche per una serie di gravi infezioni tropicali contratte nel frattempo. Nel 1998 si trova in Nigeria a capo del team internazionale di esperti sanitari in una “Country review” finanziata dalla Commissione europea in vista della riapertura del Paese dopo la parentesi della dittatura militare, ma è costretto a rinunciare dopo alcuni mesi a causa dei pressanti condizionamenti da parte della stessa Commissione per pilotare politicamente lo studio. A partire dal 1992 lavora in qualità di “esperto” per la “Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (DGCS)” del Ministero italiano degli affari esteri (MAE). In questa veste, nel periodo 2010-2011, vive in Afghanistan come coordinatore di tutti i programmi di cooperazione del MAE nella regione occidentale del Paese, a stretto contatto con i militari italiani di stanza a Herat, alle salme di molti dei quali darà l’estremo saluto al momento del loro rimpatrio in Italia. È la sua ultima esperienza. Si conclude in modo drammatico a causa del “fuoco amico” delle nostre istituzioni (MAE e Ministero della difesa italiani) con minacce di morte all’arma bianca nei suoi confronti durante l’ennesima malattia “professionale”. Il tragico esito della missione (ISAF/NATO), conclusasi senza gloria nell’agosto 2021 con il ritiro unilaterale e incondizionato degli USA dal Paese, ne dimostrerà la vera natura. Rientrato infine in Italia, decide di appendere irrevocabilmente al chiodo gli strumenti del lavoro e di dedicarsi per alcuni anni alla pubblicistica indipendente. Nel marzo del 2020 è tra i primi ad ammalarsi di Covid in modo gravissimo, giungendo in limine mortis. È l’esperienza più straordinaria della sua vita, e la guarigione improvvisa e forse prodigiosa segna per sempre il resto della sua esistenza. Ha cercato di combattere la buona battaglia, riuscendo (forse) a conservare la fede (2 Timoteo 4:7). Ora, come Paolo, attende con serenità la fine della propria corsa.
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