Le poesie di Marta Lucia Ghezzi si distinguono per la marcata affermazione del punto di vista dell’autrice, che non è una manifestazione individuale di pensiero, ma rimanda a una dimensione collettiva, conflittuale, politica. Esso è, soprattutto, prendere posizione. Per questo si può affermare che quella di Ghezzi è una poesia “partigiana”, che esalta la partecipazione nella sua triplice declinazione di essere parte, sentirsi parte e fare parte. E lo fa dal punto di vista di donna, femminista, di sinistra.
Marta Lucia Ghezzi è nata a Marchirolo, in provincia di Varese, il 26 aprile 1941. Dopo il diploma magistrale si è iscritta a Roma a una Scuola di Servizio sociale e a Pedagogia.
Ha lavorato al CMPP del Pontificio Ateneo Salesiano e all’ARCI (Associazione Romana Comunità Immigrati) a Roma. A Pavia nel 1963 è stata assunta all’ENAOLI (Ente Nazionale Assistenza Orfani Lavoratori Italiani) e, dopo lo scioglimento dello stesso Ente si è trasferita al Comune di Pavia in cui, col ruolo di dirigente ha lavorato fino al 2003 nei Servizi sociali promuovendo anche il servizio Pari opportunità. Dopo il pensionamento ha intensificato le attività di volontariato e di impegno politico, sociale e culturale in varie associazioni e movimenti (femministi, ambientalisti, pacifisti, politici e culturali). Ha scritto numerose pubblicazioni di poesia tra cui Io e Bianca, Giuditta e io, Poesie erranti, Insopprimibili oggetti/soggetti di desiderio.
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