L’autrice ci dona un’opera prima intensa, schietta. Agata attraversa il dolore del rifiuto materno, dell’abbandono, dell’umiliazione, del non amore, ma rinasce scoprendosi una donna forte e consapevole.
“Non ti ho chiesto io di mettermi al mondo, mamma, quindi tu avresti dovuto fare solo una cosa… amarmi, ma non lo hai fatto…
E io che figlia sono stata?
Sono stata una figlia a cui è stato negato l’amore di una donna mai cresciuta che non era pronta a diventare madre e chissà se mai abbia voluto esserlo”.
Agata è la somma di tutte le esperienze negative che ha dovuto affrontare nella sua vita sin dalla prima infanzia. Ha fatto molti errori, a iniziare dagli studi: avrebbe voluto lavorare nel sociale, ma per una scelta non sua si è ritrovata a studiare meccanica, pur con ottimi risultati; avrebbe voluto far parte delle forze dell’ordine, ma lavora con il pubblico. Si dedica con passione alla scrittura.
Agata è un insieme di personalità, racchiuse in un unico corpo, che fanno di lei una donna rara.
Materna, forte, spregiudicata quando serve, coraggiosa, disponibile sempre verso il prossimo; una donna diretta che non ama fare giri di parole, non sempre diplomatica, ma la sua caratteristica principale è la lealtà.
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