Un’indagine dal significante al significato della Natura in R.W. Emerson
L’ottimo elaborato di Ugo Maria Morelli pone in luce l’immensa produzione letteraria e filosofica di Ralph Waldo Emerson, considerato il padre del trascendentalismo americano del XIX secolo. Spaziando dalla filosofia alla poesia, dalla saggistica all’attività oratoria, diffuse il suo pensiero in tutti gli Stati Uniti. Si fece promotore di un pensiero filosofico basato sul rispetto della vita e dell’esistenza mettendo in discussione i valori tradizionali trasmessi dal pensiero comune di una società che non guarda oltre. La centralità del suo pensiero si concentrò sull’Over-Soul, forza trainante per il conseguimento della Verità, il mezzo più diretto di comunicazione tra gli uomini. La sua produzione, incredibilmente vasta, rappresenta un animo eclettico, nel quale si riflessero grandi filosofi, tra i quali Nietzsche. Nella sua produzione è onnipresente il riferimento al Divino, il quale regola i rapporti tra l’uomo e la Natura (forza benigna e fondamentale, dotata di dinamismo), ma è soprattutto nella consapevolezza delle proprie capacità che si permea il suo pensiero: credere in sé stessi, nei propri mezzi, oltrepassare il valico delle convenzioni sociali, dei luoghi comuni, del provincialismo. Emerson si può considerare il faro illuminante e il punto di riferimento della cultura americana; l’eco dei suoi elaborati raggiunse l’Europa influenzando il pensiero dei letterati del tempo. Ugo Maria Morelli, attraverso un lavoro di ricerca e traduzione molto accurato, raccoglie il pensiero dell’eminente pensatore in Natura, Bellezza, Verità: un’indagine dal significante al significato della Natura in R.W. Emerson.
Ugo Maria Morelli nasce a Roma nel 1989, ma la sua famiglia per lavoro si trasferisce presto a Genova, nella città del pesto e di Cristoforo Colombo, una città di mare da sempre teatro di arrivi e di partenze da, e verso il lontano.
Ugo a Genova cresce e sviluppa una forte fantasia e una voglia di porsi domande astratte volte a conoscere “l’oltre” di tutte le cose. È solo da giovane adulto che scopre che quel continuo questionare della sua anima curiosa va sotto il nome di “filosofia”. Lo studio dei filosofi classici all’università gli fa infatti scoprire che le sue astrazioni del pensiero non erano solo vaneggiamenti, ma potevano essere incanalati in un filosofare concreto atto a rileggere la realtà secondo nuovi e ulteriori significati.
Dedicato come Cristoforo Colombo ad immaginare nuovi mondi da scoprire oltre a quelli già visti e conosciuti, decide che per scoprirli non è più necessario cercare nuovi spazi geografici, ma che i nuovi territori stanno nella reinterpretazione dei fatti e delle cose che già crediamo di conoscere.
Vive una vita apparentemente dispersiva e colma di numerosissimi ed eclettici interessi, tra cui anche argomenti prettamente “materiali” come la tecnologia e l’intelligenza artificiale, dei quali non smette mai di seguire con spirito attento e critico le evoluzioni. Tutti i suoi molteplici interessi e approfondimenti gli servono a immaginare dove si stanno direzionando l’umanità e il mondo, e per tenere vivi i suoi continui tentativi di non accontentarsi del superficiale “senso del mondo” che i media e la società vorrebbero venderci al costo del nostro stesso spirito critico e che, comunque, rimane, in maniera evidente, sempre un passo indietro rispetto alla “spiegabilità del mondo”.
Quando a 34 anni decide di scendere un po’ sulla terra dai suoi mondi iperuranici nei quali vive e dialoga virtualmente con i suoi amati filosofi classici di riferimento, tra i quali spiccano in particolar modo Spinoza, Emerson, Heidegger, inizia finalmente a smettere di tenere i propri “svarioni filosofici” solo per sé, e concretizza le sue speculazioni filosofiche su tutte le cose del mondo con l’ottenimento di una Laurea Magistrale in Filosofia conseguita col 110 e lode. Da quel momento decide che le sue riflessioni intorno alla filosofia e al senso dell’esistenza potrebbero forse tornare utili a stimolare il pensiero di altri filosofi, o di coloro i quali ancora non sanno di esserlo. Inizia così a rivolgersi a un pubblico più vasto della sua stretta cerchia di conoscenti e pubblica il suo primo libro basato proprio sui suoi studi e sulle sue riflessioni personali intorno alla filosofia del primo grande filosofo trascendentalista americano: Ralph Waldo Emerson, padre, non solo della cultura americana per come la conosciamo oggi, ma anche di tutte quelle nuove interpretazioni del mondo e della spiritualità umana che vogliono elevarsi oltre i canoni classici delle vetuste tradizioni culturali europee, le quali, già ai tempi degli Stati Uniti di nuovissima fondazione in cui viveva Emerson, risultavano eccessivamente ridondanti ed autoreferenziali, ma che soprattutto avevano tristemente smesso di avere, come fine ultimo, la libertà, la creatività e la capacità di innovare, proprie dell’individuo pensante, metro di tutte le cose, ed unico vero fautore del proprio destino in questo mondo fatto solo di interpretazioni di fatti e di cose la cui comprensione effettiva è, e per forza di cose rimane, sempre tutt’altro che completa e definitiva.
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