La poesia di Linda Motti muove da un’analisi dell’uomo che è sia antropologica che sociologica. La società e le culture del nostro tempo vengono così scandagliate in alcuni aspetti particolari sui quali l’autrice si sofferma per cogliere in esse dinamiche più generali. Forse spinta anche da un ampio bagaglio di esperienza personale, Linda Motti mette l’uomo sotto una lente di ingrandimento, denunciandone il suo decadimento che è morale, civile, religioso.
Linda Motti, anni 55, laureata in scienze infermieristiche, come infermiera psichiatrica ha lavorato negli ex OPG, ospedali psichiatrici giudiziari, carceri intensivi ora trasformati in REMS di Reggio Emilia, sua città natale, dopo avere svolto un tirocinio conoscitivo presso il centro di salute mentale di Trieste dove iniziò il lungo lavoro di chiusura dei manicomi da parte del dottor Basaglia. Ha svolto laboratori di scrittura creativa sotto la guida del maestro Giuseppe Caliceti. Assieme al gruppo di laboratorio ha svolto letture nelle biblioteche, negli ospedali, nelle stazioni, in strada. Nel 2010 le sue poesie sono state scelte dal “Premio di Fotografia Europea” che ogni anno il Comune ospita in luglio nella città emiliana, coniugando l’immagine con la danza e la scrittura in una serie di manifestazioni estive nelle piazze della città. Il Comune di Reggio Emilia le ha pubblicato un libro personale su una silloge di sue poesie, partecipa a premi di Slam Poetry, gare poetiche ed è stata con le sue opere su video di YouTube e altri social. Ha vinto vari premi letterari minori di poesia e narrativa in varie città italiane. Ha pubblicato i suoi primi due e-book e un audiolibro su internet e Amazon. È presente come nuova autrice su varie antologie di prosa e poesia italiane. Ha partecipato a reading di poesia internazionale attraverso la Fondazione del candidato al premio Nobel per la Letteratura Munir Mezyed Foundation for Art and Culture.
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