“Sono costernato che questa che considero l’opera più bella del suo secolo e alla quale mi sono dedicato con grande impegno, non incontri l’interesse dei lettori”.
Così scriveva in una lettera Benedetto Croce all’editore Laterza a proposito di Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, pubblicato per la prima volta a Napoli tra il 1634 e il 1636. L’opera riscuoterà il meritato successo solo più tardi e oggi, grazie a questa nuova traduzione, possiamo anche noi godere di tutta la sua tracimante bellezza. Si tratta di una raccolta di 50 fiabe popolari in lingua napoletana, destinate a un pubblico adulto, narrate in 5 giorni da 10 diverse oratrici (da cui il nome Pentamerone con cui Lo cunto de li cunti è conosciuto). Racconti fantastici, ai limiti del grottesco, popolati da animali parlanti, fate, orchi, principi e principesse, che in maniera ironica disvelano le fragilità, i vizi e i difetti di una umanità senza confini di spazio e tempo. Un’opera che, riscoperta, dispensa sorrisi e abili stilettate in uno stile unico, fedelissimo all’originale.
Pasquale Buonomo è nato il 23 aprile 1945 ad Alvignano, in provincia di Caserta. Dopo un regolare corso di studi si laurea in materie letterarie presso l’Università di Salerno il 31 luglio 1970; nell’anno 1972 si trasferisce a Bergamo, dove tuttora risiede. Ha svolto la professione di docente di materie letterarie nelle scuole medie, quindi di preside e, dal 2000, di Dirigente Scolastico, fino alla pensione nel 2006. Durante la sua carriera scolastica ha ricoperto ripetutamente l’incarico di presidente di commissione nei Concorsi a Cattedra. Ha svolto anche attività di critico d’arte sulle pagine di LA NOSTRA DOMENICA, settimanale del giornale L’ECO DI BERGAMO. Nel mese di giugno 2018 ha pubblicato con la casa editrice “Albatros” Il Decamerone secondo la nostra lingua.
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