Operaio dal carattere mite, Franco conduce una vita semplice divisa tra il lavoro in fabbrica, il bar e i sabati sera in discoteca con i colleghi di lavoro. Una routine alla lunga insoddisfacente per un tipo riservato come lui, animato anche da interessi intellettuali che però mal si conciliano con un contesto sociale pervaso dall’onnipresenza della televisione. Telegiornali votati allo spettacolo piuttosto che all’informazione, tribune politiche ridotte a pollai, l’esibizionismo oltranzista dei programmi d’intrattenimento, il vuoto dei reality-show. La loro mediocrità e, a tratti, il loro squallore attraversano l’intero romanzo dell’esordiente Giovanni Dallan, che dipinge un affresco critico della quotidianità, mettendo in luce quei difetti determinati dall’ingerenza del tubo catodico contemporaneo.
Giovanni Dallan vive a Castelfranco Veneto ed è al suo esordio come romanziere. Dopo aver lavorato come operaio per alcuni anni, ha frequentato un corso professionale di regia cinematografica a Bologna e oggi, dopo un lungo periodo di stasi per mancanza di lavoro, ha trovato impiego come collaboratore esterno per conto del sindacato UIL pensionati. Con il presente libro ha vinto nel 2012 un premio nell’ambito del concorso premio letterario europeo, “Massa, città fiabesca di mare e di marmo”.
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