Un paese tra due fiumi, una famiglia unita dalla fatica e dalla speranza, un passato che si intreccia con la Storia. In queste pagine si anima una parte importante della vita di Nonna Nina, che ha conosciuto il dolore, la lotta e la rinascita. Dall’infanzia ai duri anni della Seconda Guerra Mondiale, Nina ha annotato ogni ricordo per preservarlo dalla fragilità della memoria. Quei block-notes, rimasti a lungo nascosti, diventano oggi un racconto vivo e pulsante, trascritto con immenso amore dalla nipote Enrica, per condividere un’eredità di resilienza e realizzare il sogno di Nina.
Questa è una storia di sacrifici, di sfide quotidiane, di aneddoti incredibili e di aspettative riposte in un futuro migliore. È una storia di lavoro nei campi e di ponti costruiti con mani nude, di comunità che affrontano insieme le avversità della guerra, di una generazione che ha saputo rialzarsi anche nei momenti più bui. Il libro diventa un omaggio ai nonni di ieri e di oggi, a chiunque abbia combattuto per costruire un’Italia libera. La testimonianza di Nina e il gesto di sua nipote ci ricordano l’importanza di ascoltare, custodire e trasmettere le vicende delle generazioni passate, affinché le loro battaglie e il loro coraggio non siano mai dimenticati.
Sono la nipote di Cristina Tealdi e ho trascritto il manoscritto di mia nonna sulle avventure che ha affrontato nei lunghi anni dell’occupazione tedesca sul suolo italiano. Cristina Tealdi è nata il 15 novembre del 1928 a Villafranca Piemonte. È cresciuta in una famiglia molto numerosa, con un papà severo. Ha trascorso la sua adolescenza durante la Seconda Guerra Mondiale. In casa tutti la chiamavano Nina, ma lei amava molto il suo nome e ne era fiera, perché non era molto comune a quei tempi.
Le sono capitate molteplici avventure, alcune tragiche, altre bizzarre, e parecchie se le andava anche a cercare. A noi nipoti diceva sempre, mille e mille volte: “Vi auguro di non vedere mai una guerra!”
Dopo la guerra si è sposata con Pietro Mana (detto Piero) e si è trasferita a Nichelino, dove ha avuto due figlie: Mariangela, la maggiore, e Patrizia, la minore. Le hanno poi regalato delle nipoti: Mariangela le ha dato Valentina, Gabriella ed Enrica (la trascrittrice di questo libro), mentre Patrizia le ha dato Federica. Negli anni della vecchiaia, è andata incontro all’Alzheimer e ha iniziato a perdere la memoria. Stimolata dalla figlia Mariangela, ha scritto le sue avventure di guerra. Questo manoscritto è rimasto per anni chiuso in un cassetto, finché Enrica lo ha trascritto e riportato alla luce. Eccolo qui, ora, per voi lettori.
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