«Scrivi la nostra storia, Eruton, te ne prego! Ci saranno altri bambini nel mondo che verranno strappati ai loro genitori, altri bambini che perderanno la speranza e sceglieranno giorno per giorno la loro dannazione: raggiungili con le tue pagine, oltre il nostro tempo e la nostra vita! Scrivi la mia storia, Eruton, scrivila per quei bambini!».
Keane ritorna nella sua Anethèia per trovarla incomprensibilmente deserta, sprofondata in un’atmosfera aliena, svuotata di abitanti e vita. L’incontro con un viandante dai poteri misteriosi intrappola il ragazzo in un vortice di violenza e capricciosi sogni rivelatori, avvincendolo sempre più al tragico passato del suo compagno e alla sua oscura vendetta.
Il tradimento e gli omicidi dei sovrani di Anethèia, la guerra, il massacro di migliaia di pellegrini giunti nella capitale del Credo Glorioso, la minaccia all’esistenza stessa della vita da parte dell’Entità che vive nel Varco Oscuro tra i Mondi. Il coraggio di scegliere, la volontà di sacrificarsi nell’inevitabile lotta per il destino di Anethèia.
Un fantasy epico, spesso a tinte fosche, un racconto di avventura e amore, una fiaba sulla felicità in rapporto alla limitatezza della vita umana, sulla morte e la paura della morte. Un viaggio nella connessione con il proprio mondo interiore, nella storia del trauma attraverso le parole del fantastico: il trauma dei protagonisti e di un ragazzo sconosciuto, il trauma di quegli infiniti bambini senza nome né memoria, le conseguenze di quel dramma nell’esistenza di ognuno, il ruolo che, nel bene e nel male, hanno le persone che si incontrano nella propria vita.
Stefano Centritto è nato a Campobasso nel 1986. Si è laureato in Medicina e Chirurgia a Bologna. Dopo alcune esperienze formative all’estero e il ritorno per sette anni nella sua regione d’origine, si è trasferito in Trentino dove lavora come medico di famiglia. È sposato, ha avuto di recente un maschietto e vive con due cani. Da quando è piccolo, cerca di coltivare e non tralasciare mai le passioni di una vita: arti marziali, escursionismo, viaggi e letture.
Franca Rigotti –
“Questo libro mi ha messo a dura prova per la complessità della geografia e della genealogia dei personaggi che popolano, numerosi, la narrazione.
L’ho letto in tre giorni: un fantasy puro e non contaminato, cosa assai rara nella produzione letteraria recente. Ormai avevamo perso le speranza, noi amanti del Fantasy, di leggere ancora romanzi come quelli che ci hanno animati negli anni ‘90: non solo l’immortale Tolkien ma David Eddings, Terry Brooks, Pratchett, Zimmer Bradley e molti altri ancora.
Nel libro sono presenti tutti i miti nordici con qualche digressione, frutto della prolifica immaginazione dell’autore. Non so, però, se perdonare di aver privato dell’immortalità il popolo degli Elfi…ma tant’è.
Le descrizioni dei paesaggi sono incantevoli e la trama “tiene” fino alla fine, compresa la maestria narrativa nel raccontare gli innumerevoli scontri e combattimenti.
Ma l’elemento di maggior valore dell’opera risiede nella costruzione dei personaggi, non più esseri incorrotti e portatori di verità: l’autore ha saputo renderli umani e pertanto veri senza tradire la loro stessa essenza.
Una novità assoluta che si discosta dall’integrità morale tolkeniana e porta elementi di grande spessore e respiro al romanzo. Il Bene e il Male non sono più due cose distinte: fatichiamo ad accettare il lato oscuro che ciascuno porta in sé, siano essi Gnomi, Elfi, Stregoni, e che viene qui narrato con grande capacità letteraria e rende l’opera più vicina all’essenza umana. L’autore ha dimostrato di conoscerla bene come anche i suoi meccanismi di crescita che non possono prescindere dal contesto sociale, dall’esperienza acquisita nel dolore e nella sofferenza: tutto ciò, insomma, che forgia il destino di ciascuno di noi. Emblematica la dichiarazione dei mezz’orchi che scelgono consapevolmente il bene: proprio loro che più di tutti avrebbero potuto essere animati dal furore e dalla rabbia per le circostanze inumane della loro nascita. “Non del tutto mostri, non del tutto umani, figli di una brutalità inenarrabile”.
E Keane il sicario prezzolato, paladino, suo malgrado, delle Forze del Bene con il suo carico di “Non di questo Dove, non di questo Quando” che incontrerà infine il suo vero Io.
E ancora Larspel: dilaniato e crudele, colpevole seppur innocente: un monito al mondo della cosiddetta Educazione Pedagogica dove le strade per l’inferno sono lastricate di buone intenzioni. Che altro dire? Contesto soltanto l’introduzione dei vampiri: il povero Nunzio era magnifico così senza un passato legato al vampirismo che poco si confà alla narrazione. Concludo facendo i miei complimenti all’autore e lo ringrazio per avermi donato parecchie ore piacevoli di evasione.”
Franca Rigotti, storica bibliotecaria dell’Altopiano della Vigolana
Dott.ssa Elena Bruzzi –
“Gent.mo dott. Centritto vorrei condividere con lei le impressioni positive suscitate dal suo libro, che ora ho iniziato a leggere.
Nonostante io non sia amante del genere fantasy, mi ritrovo ad attendere il momento della giornata in cui riuscirò a prendere in mano il libro e proseguire la lettura, desiderosa di accompagnare i personaggi nel dipanarsi delle vicende.
La storia è intrigante, la narrazione conquista!
Da psicologa e psicoterapeuta, ho desiderato avvicinarmi al suo libro per quello che ha raccontato durante la presentazione e che rende esplicito nell’introduzione, ovvero che la linfa che vi scorre dentro (tanto di vita quanto di morte) trae origine dalla su dolorosa storia personale. Trovo ammirevole, già di per sé, la sua capacità di far fronte a tale sofferenza – anche grazie all’uso dell’immaginazione e della scrittura- ma anche che lei abbia deciso di condividere tutto questo con i suoi lettori. Così facendo, offre, a mio parere, un tributo importantissimo alla Cura psicologica della persona: rende concreto messaggio che della sofferenza, anche quella più grande, anche quando i tempi sembrano di un buio senza luce, può essere trasformata.
Quindi, grazie, davvero!”
Dott.ssa Elena Bruzzi, psicoterapeuta”
archivioeditoriale –
“Larspel, ovvero di Magia e Oscura Fine” di Stefano Centritto è un’opera di fantasy epico/dark fantasy che cattura l’immaginazione con una trama estremamente avvincente e complessa.
Personalmente, ho iniziato la lettura convinto che non avrei trovato grande coinvolgimento, in quanto il mio genere di lettura è spesso diversa rispetto a questo tipo di libro, tuttavia mi sono dovuto ricredere in quanto è cresciuta in me la curiosità di conoscere i risvolti della storia e il futuro dei personaggi.
La narrazione esplora temi universali come il tradimento, la guerra e il sacrificio, in cui si intrecciano inevitabilmente la storia personale di Keane (Da leggere “Chin” su espressa richiesta dell’autore) e il destino di Anethèia.
Il protagonista affronterà una serie di sfide, compresa la minaccia esistenziale posta dall’Entità che vive nel Varco Oscuro tra i Mondi. La trama è certamente ricca di colpi di scena e rivela un passato oscuro fatto di tradimenti e vendette. Centritto adotta uno stile narrativo di tipo evocativo, capace di generare un’atmosfera affascinante ed oscura.
Larspel, che nelle prime battute della storia sembra diventare un personaggio meno oscuro e più umano, alterna fasi in cui potrebbe quasi sembrare un antagonista, creando suspence e desiderio di conoscere il seguito della storia. Il mondo fantastico di Anethèia è dettagliato e ben costruito, popolato da personaggi complessi e multidimensionali, ben costruiti anche sotto il profilo psicologico, con il loro passato che ne turba il presente, le scelte e i comportamenti.
La scrittura riflette una profonda comprensione delle emozioni umane, esplorando il trauma e le sue conseguenze in chiave fantastica.
Uno dei punti di forza del libro è la capacità di Stefano Centritto, di intrecciare elementi di introspezione e di avventura. Le descrizioni vivide dei personaggi, dei paesaggi e la costruzione del mondo fantastico nell’immaginario del lettore attraverso i dettagli rendono la lettura immersiva.
I temi trattati che ne fanno continuamente da sfondo, come la paura della morte e la ricerca della felicità, danno al libro una dimensione filosofica e riflessiva. Un punto debole potrebbe essere la complessità della trama, ma più che un punto debole sarebbe più corretto definirla una lama a doppio taglio, che potrebbe risultare a tratti difficile da seguire per alcuni lettori. Tuttavia, per gli amanti del genere in questione, le storie dense e ricche di intrecci e dettagli rappresentano di certo un motivo ulteriore di apprezzamento.
Dott. Daniele Contino, redattore di Superchio
recensione completa in https://www.superchio.it/larspel-di-stefano-centritto/