Ci sono momenti della vita in cui si è costretti a percorrere strade obbligate, ma che talvolta insegnano in che modo stare al mondo e che la vita non fa paura. È quello che succede al giovane Gaetano quando, appena laureato, deve iniziare il corso allievi ufficiali di complemento.
Quando capisce che deve necessariamente vivere questa esperienza, si mette in gioco e intraprende un percorso interiore che ne tempra il carattere e la mente, ma che soprattutto influenza il ritorno alla vita civile e le scelte future.
Sullo sfondo dell’Italia degli anni Ottanta, gli episodi si snocciolano come pezzi di un puzzle che mostrano il percorso di crescita di un giovane uomo da studente a forza attiva nella società.
Gaetano Portaro è nato e cresciuto in Sicilia, tra Bronte e Catania, dove si è laureato in Ingegneria. Dopo la laurea si è trasferito a Torino, dove ha lavorato nell’industria aeronautica occupandosi di avionica. La sua esperienza lavorativa si è spostata successivamente all’estero sempre in quel settore e mantenendo le stesse mansioni.
Attualmente divide la sua vita tra Torino e la Germania.
rodolfo.andreoni –
ILIBRO “LA TRANSIZIONE – VIAGGIO TRA I COCCI DI UNA STELLA” DI GAETANO PORTARO E’ STATO IL MIO COMPAGNO PREFERITO PER LE GIORNATE CHE HO TRASCORSO IN COMPAGNIA DI UN OSPITE INDESIDERATO: IL COVID.
IL LIBRO PER ME E’ STATO UN RIFUGIO FELICE E DEVO DIRE CHE AVERLO FINITO MI E’ DISPIACIUTO NON POCO: E’ STATA UNA LETTURA BRILLANTE, DIVERTENTE MA ANCCHE STIMOLANTE. NON SONO UN ESPERTO MA POSSO DIRE CHE LO STILE DI SCRITTTURE SEMPRE BRILLANTE, NON AMPOLLOSO, DIRETTO MA SOPRATUTTO MOLTO PRECISO NEI DETTAGLI E NELLE DESCRIZIONI MI HA FATTO CALARE NEI FATTI IN PRIMA PERSONA PERTANTO E’ STATO MOLTO COINVOLGENTE E DAVVERO SIMPATICO. COMLIMENTI PEER LA MEMORIA DELL’AUTORE, CHE A DISTANZA DI TEMPO RICORDA I FATTI NON SOLO NELLE LORO LINEE ESSENZIALI MA ANCHE NEI DETTAGLI, RENDENDOLI VIVIDI, INTERESSANTI E DAVVERO MOLTO REALISTICI. QUESTO LIBRO VA LETTO SU DUE PIANI: PER I COMMILITONI AVRA’ SENZ’ALTRO UN SIGNIFICATO SPECIALE E DI STIMOLO DELLA LORO MEMORIA (DUBITO COSI’ FERREA COME QUELLA DELL’AUTORE), MA PER TUTTI GLI ALTRI SARA’ POSSIBILE RICAVARE VARI INSEGNAMENTI DALL’ESPERIENZA PERSONALE DELL’AUTORE, CHE COSTRUISCE LE SITUAZIONI DAVVERO DA ESPERTO SCRITTORE E FA RENDERE FATTI APPARENTEMENTE INNOCUI COME IMPRTANTI ESPERIENZE DA SFRUTTARE PER FORGIARE IL CAATTERE, COME E’ STATO PER LUI MA COME GIUSTAMENTE IPOTIZZATO TRA LE RIGHE, POTREBBE ESSERE PER CHIUNQUE SAPPIA COGLIERE QUESSTA OPPORTUNITA’. LETTURA PIACEVOLE, LIBRO SSCORREVOLE, INTERESSANTE, BEN SCRITTO, MAI PESANTE, ARGUTO, OTTIMO ITALIANO E (NON E’ COSA DI TUTTI I GIORNI PURTROPPO!). SARA’ UNO DEI POCHI LIBRI CHE A DISTANZA DI UN PO’ DI TEMPO RILEGGERO’ IN QUANTO MI E’ PIACIUTO DAVVERO TANTO.
MI AUGURO CHE GAETANO PORTARO NON SI FERMI QUI’ VISTE LE SUE CAPACITA’ INDUBBIE DI SCRITTORE!
Claudia Ciraldo –
Il libro di Gaetano Portaro ” La transizione – Viaggio tra i cocci di una stella” è una storia degli anni ottanta, brillantemente raccontata da un giovane dell’epoca- Sicuramente per i lettori che hanno vissuto esperienze da commilitoni o per chi vive in contesti lavorativi di stampo gerarchico, è un’occasione di rappresentazione ironica e simpatica di esperienze già vissute nel periodo militare o presenti nella quotidianità lavorativa. Ma il pregio del racconto sta proprio nella sua capacità di captare l’attenzione di qualsiasi categoria di lettori per vari motivi. Intanto per la notevole capacità dell’autore di offrire una lettura divertente, articolata, elegante, incredibilmente snella, nonché grande fonte di sofisticati ed appropriati aggettivi. Peraltro, il racconto si snoda con una sorprendente dovizia di particolari tali da consentire al lettore di vivere ogni scena da protagonista. Preme, inoltre, sottolineare gli importanti messaggi che Gaetano Portaro trasmette anche con semplici e ludici episodi di vita adolescenziale. In primis, il principio del rispetto delle regole e dei superiori che, se traslato nella vita civile, si tramuta nel rispetto della famiglia in senso lato, dei genitori, degli anziani e dei più deboli. Altro grande messaggio che trapela dal racconto è la necessità di rispettare e mantenere alto il “senso del dovere”; principio che, in passato, veniva costantemente rammentato anche solo per ottenere il permesso di fare una passeggiata con amici. Spiace dirlo, ma gli odierni adolescenti sono troppo abituati ad ottenere senza far fatica e, proprio in tal senso, questa lettura è una importante occasione per focalizzare il concetto che “qualsiasi obiettivo da raggiungere richiede sacrifici, poiché nulla cade dal cielo se si vuol crescere e reggere fortemente sulle proprie gambe”. Altro elemento che emerge è la necessità di portare a termine ogni impegno assunto, nel rispetto di chi ha creduto in noi ed ha investito su di noi. Aggiungo, inoltre, il forte senso di appartenenza, l’importanza del lavoro di squadra, la complicità con i coetanei, il senso di protezione verso i più deboli e i subordinati; elementi tutti comminati con forte senso di legalità, correttezza e giustizia. Ritengo che il ricordo così vivido dei dettagli di ogni evento e i principi sottesi siano frutto di interiorizzazione di valori etici ricevuti nel percorso di crescita dell’autore, rispolverati durante l’esperienza militare e che, nell’età matura, lo inducono a voler trasmettere ai giovani l’antico e sempre valido senso civile. Da ultimo, nel complimentarmi con Gaetano Portaro, per tutti gli spunti offerti, sono sinceramente convinta che il racconto “La Transizione…” ha tutte le caratteristiche necessarie per assumere il ruolo di NARRATIVA nei contesti scolastici per l’eleganza che offre nell’esposizione della lingua e per la restituzione a chi legge di una grande ricchezza terminologica. Ancor di più il racconto in parola si presta ad un utilizzo educativo negli istituti vocati alla formazione degli alunni verso contesti militari o gerarchici. Un virtuale abbraccio a tutti i lettori e un monito all’autore di continuare con la pubblicazione di sempre più brillanti opere.
Massimo Pretti –
“Siam gli ultimi brandelli di una bandiera vera che non si sa se c’è ma una volta c’era (D. Van de Sfroos).
Un originalissimo romanzo di formazione, il passaggio dall’adolescenza alla maturità condiviso da un’intera generazione.
Un racconto sulle radici e sulle ali della generazione dei “baby boomers” e la scoperta inaspettata di un nuovo interessante scrittore.
Marco Zucchini –
Un libro a mio modesto avviso deve creare emozioni e, possibilmente, scavare in sentimenti profondi. Il libro di Gaetano Portaro, sebbene con sentieri ed esperienza differenti, mi ha fatto fare un balzo indietro di quarant’anni ricordandomi i tempi del servizio militare, le amicizie, le incomprensioni, per non parlare del “Pastrani” che ognuno ha incontrato nella propria vita.., in breve mettendomi a contatto con persone di ogni cultura e ceto sociale mi ha tolto da quella che ora definiremmo la zona di comfort. Concludo con i complimenti allo scrittore per lo stile leggero e mai ripetitivo che rapporta il tutto in una piacevolissima lettura
Mauro P –
Il libro è una raccolta di momenti indelebili nella memoria dell’autore, raccontati con un linguaggio piacevolissimo e un umorismo sottile. Ogni capitolo è una storia a se, ma tutte hanno come comune denominatore l’esperienza del servizio militare dell’autore stesso. In ogni racconto la descrizione della situazione, dei personaggi e dei luoghi è fatta in maniera chiara e catapulta il lettore, come invisibile osservatore, nella scena. Da ognuna di queste storie si possono trarre degli insegnamenti, che sicuramente il giovane Gaetano Portaro si è portato appresso nel corso della vita, come ad esempio uscire da certe “zone di comfort” per allargare gli orizzonti e crescere come uomo.
In conclusione, consiglio vivamente la lettura di questo libro che vedo anche adatto ad essere trasposto in versione cinematografica.
melamela –
Il libro di Gaetano Portaro ci fa fare un viaggio negli anni ’80 attraverso una lettura piacevole e scorrevole. Il pretesto è rappresentato dal periodo della naia, raccontato attraverso una serie di episodi divertenti, descritti con sottile ironia, che si alternano a momenti di riflessione.
Alla fine del viaggio il ragazzo, con i suoi dubbi e le sue paure, lascia il posto ad un adulto, consapevole di sé e pronto a realizzare le sue aspirazioni.
Un esordio interessante, in attesa della prossima pubblicazione.
Francesco Pezzulla –
Una magnifica descrizione, tra il serio ed il faceto di una realtà degli anni ’80, che tramite il racconto di un protagonista dell’epoca mette in risalto le contraddizioni e le miserie di un sistema autoreferenziale che si regge su se stesso.
Una lettura divertente ed assolutamente realistica che suscita il ricordo di molti di noi che di quel mondo abbiamo fatto parte.
Il libro è scorrevole ed è un ottimo compagno da portare con se in tutte le situazioni.
Assolutamente consigliato.
Speriamo che l’autore pubblichi presto un secondo romanzo.
Mauro Molino –
Per quelli come me che non hanno fatto il servizio militare questo libro potrebbe apparire, erroneamente, che tratti un argomento superfluo, inutile, cosi come inutili molti di noi giudicano proprio i mesi di servizio tacciandoli come una semplice perdita di tempo.
Iniziamo da qui dunque: L’argomento. L’autore ci porta in una descrizione di eventi ed esperienze di cui noi abbiamo solo sentito raccontare e mai vissuto in prima persona. A chi di noi non e’ capitato di trovarsi in un gruppo a parlare delle proprie esperienze di naja e noi li in silenzio solo ad ascoltare e a capire ma solo a meta? Beh, l’autore ci permette di vivere insieme a lui questa esperienza completa. Impersonandoci in lui, neo laureato catapultato in un mondo fatto di ordini, punizioni, licenze, incertezze e lezioni di vita. Il racconto e’ liscio come la seta, ci si lascia trasportare comodamente su una strada resa morbida dal condimento di molti aneddoti di vita personale apparentemente estranei alla naja, ma messi li proprio li per ammorbidire le buche della strada – a volte dura – che ci viene raccontata. La scrittura e’ sempre diretta, descrizione molto personale, distribuzione della storia in capitoli da leggere tutti d’un fiato, sempre con la curiosita’ di arrivare in fondo chiedendosi nel frattempo: chissá come finirá? Se la caverá ancora una volta?
La storia. Difficile scrivere un libro sul servizio militare e dargli un “senso” che rimanga al pubblico alla fine della lettura. Non e`un romanzo d’amore appassionante, non e’ un libro giallo nel quale scoprire il colpevole, non e’ un thriller, non é la storia di vita di un inventore o di un personaggio della storia. E` “semplicemente e banalmente” un racconto del servizio militare. Senza un senso quindi? Macché! Senza che l’autore lo scriva esplicitamente, sono stato trascinato fin dalle prime pagine in un mondo di esperienze e di lezioni: partendo dallo scoraggiamento di veder momentaneamente bloccata la propria vita, la paura del nuovo e non voluto, il masso di un corso da portare a termine con fatiche e difficolta’, la paura di non farcela, la soddisfazione del raggiungimento, la maturità di chi con l’esperienza impara il fatto suo, l’uso di tale esperienza per sapere cio’ che si vuole nella vita, la decisione del proprio futuro e per finire anche l’insegnamento alle nuove generazioni. Che storia!
La parte delle “banane” dei paraurti delle auto dell’epoca poi, per noi cinquantini, e’ straordinaria.