Ha un’essenza l’anima? Qual è la sua consistenza? La risposta a queste domande è leggera e preziosa come una pagliuzza d’oro che ci invita a una sua ricerca. È quello che prova a fare in questo libro Giuliano Adler, ripercorrendo alcune tappe della vita di Amedeo Bülow, evitando scelte scontate, preferendo soffermarsi su avvenimenti anche obliqui che caratterizzano la formazione dell’identità del protagonista. Un romanzo di formazione che si svolge sullo sfondo di una Trieste mitteleuropea, dove si susseguono eventi, suoni, dettagli dilatati, aneddoti e riflessioni, che non cedono alla nostalgia e che coinvolgono il lettore in questo viaggio appassionato.
Giuliano Adler è nato a Trieste nel 1958 da una famiglia istriana da parte di madre ed altoatesina da parte di padre. Si laurea in Giurisprudenza nella locale Università. Gli anni dell’università sono per lui gli anni di “studio matto e disperatissimo” non tanto speso sui libri di diritto quanto sui classici, anni nei quali passa da Omero a Flaubert, da Turgheniev a Mishima, ma fondamentali per la sua formazione letteraria rimangono i tedeschi, da Grimmelshausen a Döblin, a Thomas Mann in particolare, ai cui luoghi di formazione dedica in quegli anni più soggiorni, da Lubecca a Travemūnde, a Zurigo.
Mantiene un rapporto forte e complesso con la sua città di origine che è costretto a lasciare per cercare più ampi spazi professionali che lo porteranno in diverse città d’Italia, tra le quali Venezia, Milano e Firenze. Sposato con una triestina, con la quale ha avuto una figlia, ha operato per anni come dirigente in aziende industriali e di servizi nell’ambito della organizzazione e sviluppo risorse umane, ed è tuttora attivo con ruolo manageriale in una primaria azienda multinazionale.
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