1938. Nel giro di pochi mesi la fuga di due brillanti scienziati quali Ettore Majorana ed Enrico Fermi diventa l’epicentro di un pericoloso “effetto farfalla” che comprometterà le sorti della seconda guerra mondiale, conducendo l’Italia alla sconfitta. Secondo l’autore, gli eventi avrebbero preso un’altra piega semplicemente aggiungendo due persone all’equazione, ed è così che ci presenta nonno Gianni, l’adulto che non vuole crescere, e suo nipote Gionni, il ragazzo che non vede l’ora di farlo. I due s’incontrano nel corso degli anni per comporre la perfetta cornice di una storia diversa da come la conosciamo oggi. Il lettore è invitato a scoprirla, intraprendendo un viaggio intellettuale che gli consentirà di sviscerare gli aspetti collaterali della realtà, di indagare su verità alternative al fine di approfondire un’analisi costruttiva, esaltata dal confronto generazionale. Lo stratagemma del paradosso fascista è una strada che, partendo da un contesto ironicamente grottesco dagli echi pirandelliani, non si prefigge di stimolare alcuna adesione, bensì la riflessione. Il primo vero nemico di ogni Stato è l’assenza di cultura, un vuoto che circonda ogni individuo, in grado di influenzare il mondo nella sua complessità anche quando non ce ne rendiamo conto.
Giorgio Moltobene è un giovane scrittore italiano nato a Torino nel 2000. Ha iniziato a scrivere racconti e poesie durante gli anni del liceo.
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