Sullo sfondo di una Venezia splendida e pur decadente, soprattutto ai suoi occhi, si aggira Franco, un caparbio, frustrato e maturo professore di filosofia amante della poesia e della propria professione che ambisce a diventare un noto scrittore di romanzi benché perennemente deluso da un susseguirsi di insuccessi. Nel grigiore quasi rassegnato della sua vita, trascorsa tra ricordi e rimpianti, compare a un tratto Mina, una giovane ex allieva perduta di vista molti anni addietro e della quale non ricorda poi molto. Mina è una luce che illuminerà improvvisamente le azioni della sua esistenza fino a farlo diventare protagonista, suo malgrado, di un ingorgo di fatti, circostanze e coincidenze non troppo chiare alle quali non potrà sfuggire. Si piaceranno, è vero, e sempre di più, e per pochi giorni si ameranno furtivamente il più delle volte in una stanza d’albergo, ma la loro storia d’amore, che sembra scorrere senza intoppi, proseguirà invece tra peripezie e delitti ai quali non riusciranno a dare un significato fino a quando un vecchio venditore di granaglie per piccioni che sosta perennemente in Piazza San Marco non li aiuterà a risolvere il mistero che inconsapevolmente li ha uniti da sempre.
Ferdinando Ianniello è nato a Venezia nel 1946 e svolge la professione di Medico Chirurgo Otorinolaringoiatra. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di carattere scientifico e due romanzi. Il primo edito nel 2007 dalla Casa Editrice AltroMondo Editore con il titolo Il flauto di Lepanto, il secondo edito nel 2010 dalla Casa Editrice AltroMondo Editore con il titolo Il baule di Garibaldi.
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