Francesca cresce con la madre malata di tumore. Mentre i suoi fratelli vengono trasferiti in un altro luogo, a lei, che ha solo sette anni, tocca il compito di starle vicino, di accompagnarla alle visite dai dottori, di assisterla a casa, di condividere la sua sofferenza. Un peso che diventa via via un macigno per una bambina di quell’età.
Purtroppo per Francesca quell’esperienza intensa con la malattia la rivivrà in prima persona molti anni dopo, quando un giorno scopre casualmente di avere anche lei un tumore. Ha a casa un marito e due figli, anche loro piccoli come lo era lei, un lavoro alle Generali che le dà molte soddisfazioni ma che deve subito lasciare. Il calvario, fatto di continui esami, operazioni e dolori lancinanti, prosegue per anni mettendo a dura prova la capacità di resistenza di una donna in grado di non mollare mai.
Una storia di sofferenza e di resilienza, raccontata con cruda verità, che può fungere da esempio per tutti coloro che si trovano a vivere in prima persona o sono vicini a familiari con gravi malattie e coloro che sono in salute e hanno vinto la lotteria della vita.
Francesca Mantini è nata a Trieste nel 1970. Laureata in Scienze statistiche e attuariali, vive a Milano dal 2009 e lavora attualmente presso Assicurazioni Generali – Aviation Underwriting. Tra le sue passioni, la lettura, l’arte, il cinema e lo sport.
un’amica club del libro –
Cara Francesca parto dall’inizio così, a caldo. Quando ti ho conosciuta ho provato una simpatia istintiva nei tuoi confronti.
Oggi guardavo i tuoi ragazzi solari e orgogliosi precisi e compresi dell’importanza di questo evento. Il tuo libro. La tua testimonianza è importantissima anche per loro, uno sforzo creativo per rendere eventi così drammatici alla portata di tutti senza cercare di far commuovere. Mi ha detto questo tuo libro: io sono qui con loro Mattia e Edoardo e per loro perché non voglio che perdano quella luce che brilla nei loro occhi per me e per tutti quelli che hanno e avranno la fortuna di incontrarli. Me la sono portata con me quella luce per tutto il giorno. Ti guardano e si capisce da come lo fanno quanto sei importante, quanto ti amano e quanto istinto di protezione svelano i loro gesti e i loro sguardi. E lo sei importante con il tuo essere così “normale”
Hai passato delle esperienze che nessun bambino/ ragazzo dovrebbe fare.
Hai vissuto una malattia che nessuno dovrebbe avere.
Dire che sento una ammirazione profonda nei tuoi confronti è riduttivo.
Mi sono molto immedesimata nel tuo sbigottimento di bambina di fronte alla trasfigurazione fisica della tua mamma malata.
Ho perso la mia nel 1952 per una leucemia per la quale all’epoca non c’erano cure. Anche io sballottata per parenti vari e quando hanno deciso di farmela vedere dopo 5 mesi di ospedale non l’ho riconosciuta. Avevo 5 anni ma ho stampata nella memoria tutta la sequenza dell’entrata in quella stanza e del pensiero che no, non è la mia mamma. Inutile ti dica altro.
Il libro: bello, ben scritto e davvero bella la prefazione di Alberti. Anche lei me la immaginavo intanto che leggevo.