Nell’opera Il mestiere di (soprav)vivere, Sonia Testa ci guida in un’immersione profonda attraverso le emozioni più intense, oscure e spesso taciute dell’animo umano. Le sue poesie, dense di pathos e ricche di immagini evocative, tracciano un percorso intimo – ma al contempo universale – che parla della quotidiana lotta per trovare un senso, in una vita che spesso sembra sfuggente, inafferrabile.
Il titolo stesso della silloge è già una chiave di lettura essenziale, l’autrice sottolinea la nostra condizione naturale di “resistere”. Infatti, il tema centrale dell’opera è l’esistenza intesa come un continuo combattimento, un arduo tentativo di mantenere l’equilibrio tra il desiderio di vivere e l’inevitabile gravità della sopravvivenza. Questo dualismo si manifesta in ogni verso, dove la speranza e la disperazione si alternano senza tregua.
Sonia Testa (@soniatesta_ su Instagram) nasce nel 2003 a Torino, dove vive tuttora. Con una passione innata per la scrittura, fin da piccola sogna di poter diventare, un giorno, una scrittrice. Tra le varie vicissitudini della vita e gli alti e bassi dell’adolescenza, si avvicina al tema dei disturbi alimentari, che approfondisce e studia personalmente. Si cimenta in particolar modo nella poesia grazie a Cesare Pavese, di cui è profondamente appassionata.
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