Roma, anno 1990.
Andrea e Lorenzo, due ragazzi rimasti orfani in tenera età, si incontrano per caso su un tram e scoprono di avere delle affinità elettive. Poco a poco i due ragazzi si accorgono che le radici di questo feeling reciproco sono molto remote.
Dopo averla conosciuta, Lorenzo comincia a fare strani sogni e al risveglio sente sempre il profumo della bellissima Andrea nella stanza, alimentando dubbi tra visioni oniriche e realtà. Cominciano a vivere giorni felici e spensierati, e inevitabilmente esplode l’amore. Ma l’esoterismo entra nelle loro vite quando Klaus, il tutore dall’aria diabolica della giovane e ricca Andrea, comincia ad aiutare Lorenzo nella ricerca disperata della ragazza scomparsa all’improvviso nel nulla.
Viaggi nel passato, incontri virtuali con artisti di altre epoche ed arcane pratiche occulte, antichi grimori ed incunaboli trafugati nella Biblioteca Vaticana aiuteranno i protagonisti a ricordare tutto il loro incredibile e sorprendente passato ed a riscoprire quale sia la loro vera identità e il loro scopo su questa Terra.
Alberto d’Auria è nato a Napoli il 06/08/69 e si è laureato in Scienze Politiche alla L.U.I.S.S. Guido Carli di Roma. Dopo aver trascorso circa diciotto anni nella sua amata Cuba ha ripreso a vivere stabilmente a Napoli, dove lavora attualmente come ghost writer. Ha pubblicato in passato con il suo nome Enigma, Fantasmi romantici e Pegaso e la Morte.
Mattia –
Un viaggio profondo, il dipanarsi di una intensa ed emozionante sensibilità, un dolore malinconico ma composto, una ricerca del noi stessi, da leggere assolutamente, tutto d’un fiato! Consigliato anche ai giovani ed agli eterni giovani!
Gianna –
Una piacevole scoperta Alberto d’Auria e già il titolo mi incuriosiva… Una rivisitazione del mito faustiano davvero originale e dal finale sorprendente. Trama avvincente e personaggi delineati con sapienza, carina anche l’idea di aggiungere disegni ai capitoli. Nel complesso una lettura molto gradevole e lo consiglio ai lettori di ogni età.
Cinziacara –
Una piacevolissima scoperta! Ho trovato la trama originale e intrigante, la narrazione molto coinvolgente e attenta ai particolari del racconto e alla descrizione dei personaggi. Una lettura davvero consigliata!
Gianna –
Ho appena finito di leggere “Il male del fiore” e l’ho trovato molto bello, mi ha coinvolto ed appassionato fin dalle prime pagine, non riuscivo a staccarmi perché ero spinto dalla curiosità di sapere come andava a finire e l’autore ha saputo trascinarmi nella lettura con una trama avvolgente che mi ha conquistato, bravo!
Marco P –
Non conoscevo l’autore del romanzo e devo dire che sono rimasto sorpreso piacevolmente! Mi è piaciuto molto e mi ha saputo coinvolgere dall’inizio alla fine, una rilettura di Faust davvero originale e moderna, complimenti!
Alfredo Fiorenza –
Il male del fiore
Romanzo di Alberto d’Auria
Quando ho avuto tra le mani questo libro, regalo dell’autore per mano del fratello Corrado, sulla cui prima pagina vi era scritta di pugno la breve dedica “Al caro amico Alfredo con simpatia” mi sono leggermente emozionato, oltre che meravigliato, per tanta attenzione.
In fondo Alberto ed io ci conosciamo davvero poco non condividendo altro che un semplice rapido saluto, un sorriso appena accennato, nelle rare volte in cui rapidamente ci si incrocia rincasando, ognuno preso dai propri interessi e dalla propria vita.
Preso tra le mani il libro, mi sono istantaneamente reso conto di trovarmi di fronte ad un’opera letteraria diversa da quelle che, anche per motivi di gusto ed interesse personale generalmente di ambito scientifico, avevo finora letto.
Avrei trovato la voglia ed il tempo per leggerlo in un momento che la mia vita, ora che son già pensionato da tempo, prendeva volutamente e decisamente distanza da tutto ciò che per anni aveva caratterizzato la mia quotidianità?
Tempo che oggi dedico quasi totalmente al pensiero ed alla “lettura” di altri libri: un libro, infatti, fornisce certamente conoscenza, ma il vero sapere è generato dall’esperienza.
Tuttavia, in qualche caso, non bisogna essere eccessivamente rigidi: un libro è pur sempre un libro e, come qualcuno osservava “esso è un compagno fedele e soprattutto paziente”; quindi, con la dovuta calma, e nei momenti che la vita vera ti concede spazio, avrei potuto leggerlo rispettando i miei tempi dilatati.
In prima pagina, sotto al titolo, leggevo “Rivisitazione dl mito di Faust in chiave sentimentale”: un genere letterario lontano dalle mie passioni anche se il tema più vasto dei limiti della conoscenza umana desta in me notevole interesse.
Ho iniziato a rigirare il libro tra le mani, apprezzarne la copertina, un bel disegno dai colori sfumati rappresentante forse la protagonista del racconto, e poi a sfogliarlo distrattamente, come si fa con le cose nuove con cui non si ha ancora confidenza.
Sfogliandolo, il mio sguardo è caduto rapidamente su alcune immagini, disegni monocromatici molto belli a corredo di ogni capitolo, e poi si è soffermato su alcune pagine del romanzo che hanno catturato la mia attenzione.
Pian piano la curiosità di conoscerne il contenuto si è andata incrementando gradualmente così come i colori di un prato di fiori divengono via via più brillanti mano a mano che i raggi del sole, all’alba, ne illuminano la superficie.
E’ a questo punto che sento già di dire all’Autore: bravo Alberto. Complimenti per la tua scrittura raffinata e piacevole!
Chi è dunque l’autore ?
Alberto d’Auria, nato nell’agosto del 1969, durante gli anni in cui aveva inizio la piena contestazione giovanile, è uno scrittore napoletano, laureato in Scienze Politiche che, come leggo dalla sua breve biografia sull’ultima di copertina, ha trascorso ben 18 anni a Cuba.
Indipendentemente dalle molteplici motivazioni di tale scelta e/o necessità, e stuzzicato dal ricordo di un luogo così bello evocante dolci ricordi, ho subito pensato: che meraviglia!
Cuba, la perla dei Caraibi, al di là di qualsiasi altra considerazione è un luogo davvero fantastico, come ho potuto brevemente constatare nell’inverno del 2008, in cui le relazioni umane e la solidarietà verso gli altri sono un tesoro inestimabile: un vero patrimonio dell’umanità. Non mi soffermo su questo fondamentale stimolo e quindi lascio a chi non vi fosse ancora andato, il piacere e la curiosità di scoprire questo piccolo paradiso terrestre prima che sia contaminato da diavoli.
Sicuramente gli anni trascorsi all’ Havana hanno avuto influenza notevole sulla formazione dell’Autore; l’approfondimento di questo aspetto sarebbe estremamente interessante ma richiederebbe, per quanto mi riguarda, ulteriori elementi di conoscenza.
Questo libro, un romanzo collocabile tra il sentimentale ed il fantastico che gradualmente scivola nell’esoterismo riuscendo a coinvolgere totalmente il lettore, è l’ultimo di una serie di lavori già pubblicati dall’Autore.
Scritto nel periodo in cui tutta l’Italia (e non solo) era tristemente costretta a lunghi periodi di “clausura” spesso tra le mura domestiche a causa del coronavirus, rivela in qualche modo la limitazione dei rapporti sociali, che a partire dal 2020, anno in cui il romanzo sembra concepito, ha fortemente limitato la normale vita relazionale di ciascuno.
Tale limitazione è stata probabilmente un’ottima occasione, se non altro rara, per scrivere con la dovuta calma un’opera così abbondante di reali riferimenti storici, architettonici, pittorici. Tali riferimenti, sapientemente intrecciati in un romanzo davvero originale, riescono ad avvincere il lettore, anche quello meno interessato, trascinandolo in un mondo nuovo che, attraverso i simbolismi e le arcane pratiche occulte messe in opera dal signor Klaus, travalica la vita ordinaria ed approda in un mondo esoterico farcito di dottrine ed insegnamenti segreti.
La piacevole lettura, fin dalle prime pagine molto scorrevoli del romanzo, evidenzia l’accorta scelta delle parole ed un linguaggio appropriato e gradevole finalizzato ad un effetto di trascinamento del lettore in un mondo colmo di sfumature emotive.
L’onda emotiva accompagna il lettore in ogni parte del libro.
Già dai primi capitoli l’Autore, parlando delle sensazioni di Lorenzo, giovane protagonista del romanzo, cita molto frequentemente l’odore, il profumo della bellissima Andrea (donna di cui Lorenzo presto si innamorerà follemente), riconoscendo verso lei un’attrazione nata ancor prima che potesse essere espressa con le parole e con le azioni..
La forte percezione olfattiva di Lorenzo, evidenziata molto spesso nel romanzo, richiama subito alla mia mente due cose: l’idea dell’anima della bella Andrea che è presente e si annuncia nell’etere già prima di essere fisicamente incontrata dal giovane, ma da lui percepita come un antico profumo già noto ed indimenticabile, ed il rinencefalo.
Già: il rinencefalo chiamato anche cervello dei rettili o arcaico, cioè quella importante area sottocorticale del cervello primordiale, probabilmente la più antica area cerebrale che segna l’inizio dello sviluppo emotivo dell’encefalo umano e che risalirebbe a ben oltre 300 milioni di anni fa. La via olfattiva si proietta dal naso direttamente alla corteccia cerebrale senza alcuna mediazione: è quindi una comunicazione diretta naso-cervello che si realizza tramite il nervo olfattivo e le radici più antiche della nostra vita emotiva affondano proprio nel senso dell’olfatto, fondamentale ai fini della sopravvivenza.
E’ come se in Lorenzo, nel riconoscere inconsciamente la natura non terrena di Andrea, di cui subirà una fatidica attrazione, la parte più antica del suo cervello emotivo, appunto il rinencefalo, riconoscesse già il profumo di Lilith (vero nome di Andrea) come qualcosa di già esistente da immemorabile tempo, ancor prima che la parte più “recente” del cervello umano, la neocorteccia, potesse interpretare razionalmente quella istintiva sensazione di piacevole e familiare profumo. Una comunicazione diretta ed inconscia tra anime che si riconoscono essere appartenenti ad una stessa dimensione non materiale.
Alla fine del romanzo, infatti, Andrea si rivelerà essere l’immortale LILITH, che secondo la tradizione cabalistica, fu la prima donna creata da Dio, ed anche la vera prima sposa di Adamo.
Lilith che nella versione cattolica della Genesi era stata dipinta come un demone notturno orribile ed assai malvagio, viene invece descritta dalla tradizione cabalistica come una donna bellissima che, dopo essere stata ripudiata da Adamo perché non voleva sottomettersi all’uomo, fuggì dal paradiso prima che Dio la rendesse mortale come il resto dell’umanità; poi, a seguito di una successiva punizione divina nei suoi confronti, cominciò ad odiare Eva diventando predatrice dei suoi discendenti. Lilith, in origine Angelo, fuggita dall’Eden in quanto prima donna a ribellarsi alla “ingiusta spada” della divinità vive in un eterno limbo inaccessibile ai mortali.
Nel romanzo di Alberto d’Auria si ripercorre quindi “in chiave sentimentale” il mito del doktor Faust (la più nota opera del Goethe) eternamente insoddisfatto delle conoscenze acquisibili dall’uomo nel mondo ordinario, ed anche il nostro Lorenzo farà un patto con Klaus, il tutore di Andrea che alla fine si rivelerà essere Mefistofele (Satana), vendendo la sua anima in cambio della possibilità di amare in eterno la bellissima Andrea superando così anche i limiti del tempo.
“Che cosa farebbe il tuo bene se non esistesse il male e come apparirebbe la Terra se ne sparissero le ombre? Le ombre provengono sia dagli uomini che dalle cose materiali” (dialogo tra Satana e l’apostolo Matteo)
Il romanzo è edito dal gruppo Albatros il Filo che ha aderito al programma Impresa amica dell’UNICEF che si propone di sostenere un progetto in favore dell’educazione femminile in Niger. Questo proposito aggiunge una nota positiva: il nobile progetto umanitario sarebbe, da solo, un motivo valido per superare gli indugi ad acquistare il romanzo.
Se poi si aggiunge l’originalità del contenuto, la scorrevolezza del testo che rende piacevole la lettura delle circa 380 pagine con i suoi ben 28 capitoli (saggia scelta per non appesantirne la lettura e creare delle “pause” per una opportuna riflessione), ogni indugio o dubbio scompare.
“Il male del fiore” è un libro da leggere con attenzione che lascia tanto spazio alla meraviglia ed alla fantasia attraverso i numerosi elementi surreali che si mescolano senza soluzione di continuità intersecando temi come religione, amore, potere, conoscenza.
E’ un romanzo di piacevolissima lettura che ha la capacità di proiettarci in una zona grigia, una sorta di linea sfumata di confine, dove trova spazio anche la possibilità di manifestare un dissenso nei confronti del dogmatismo cristiano.
E qui scaturisce una domanda quantomeno inquietante: Siamo davvero sicuri che vi sia una nitida distinzione tra angeli buoni ed angeli resi cattivi, seppure esistono, o forse a guardar bene, in ogni anima alloggia anche qualche scintilla del male?