I ricordi della lunga Odissea vissuta dall’autore, durante la guerra d’Africa e nel periodo della prigionia in India hanno scavato profondamente il suo animo e lo hanno portato alla realizzazione di un diario autobiografico, in cui le vicende e le sofferenze patite si intrecciano a pennellate di paesaggi inviolati, unici e di rara bellezza. La sua voce risuona partecipe e poetica, attraverso i suoi occhi attraversiamo confini e giornate interminabili, osserviamo il grande pubblico dei bambini, i mutamenti dei paesaggi, in balia del mare o in cammino nel cuore della foresta.
“Era triste guardarsi attorno, perché troppo dura era la voce della realtà. Essa ci rendeva simili ad un enorme gregge che, docile e stanco, a stento saliva la china di un ignoto destino”
In copertina: La piana di Cobbò (Fotocelere Campassi – To) “… quando arrivammo ad una curva che si reggeva sopra una sporgenza rocciosa denominata per la linea che la caratterizzava, muso di porco. Era appena abbozzata, stretta, sdrucciolevole e fortemente inclinata. Tutti gli automezzi pesanti erano costretti ad esibirsi in difficili e spericolate manovre, come ragni visibilmente sospesi nel vuoto.”
Guerrino Bottazzi è nato a Sala Baganza (Parma) il 29 giugno 1914. Di origine contadina, all’età di vent’anni partì per il servizio militare di leva a Napoli, e rientrò in Patria dopo la guerra d’Africa e la prigionia in India, per il Capodanno del 1946.
Dopo il matrimonio si trasferì a Reggio Emilia, dove visse fino alla morte, avvenuta nel 2004, all’età di 90 anni.
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