2005. Per l’ispettore capo Giacomo Lamberti non sono tempi facili alla Questura di Milano. Una donna di nome Marina Lombardi è stata trovata ammazzata con la gola squarciata nel suo appartamento, e i giornali non parlano che della ferocia del suo assassino e del macabro ritrovamento. A complicare il quadro c’è il fatto che la donna non era proprio una sfigata anonima come tante, ma un ex terrorista che si è fatta diversi anni di galera perché parte del commando che nel 1979 ha ucciso il giudice Morandi.
A distanza di oltre venticinque anni bisogna dunque tornare a scavare su una storia che sembrava già chiusa, con la condanna dei tre imputati Nicola, Nando e Marina. Le cose poi si mettono decisamente male quando sorgono dei sospetti sulla morte recente di un altro componente del gruppo. E che dire di alcune testimonianze? Qualcuno sostiene che quel maledetto giorno del ’79 ci fosse un quarto uomo, una persona mai identificata e mai ricercata.
Un fil rouge deve esistere, ma non è semplice scovarlo, soprattutto perché ci sono in gioco interessi di persone molto in alto nella gerarchia, a cui non manca il potere di muovere i fili dei destini altrui…
Mi chiamo Alberto Tagliaferro, sono nato nel 1955 a Verona, dove vivo tuttora con mia moglie Elena che, tra una riunione di lavoro e l’altra, riesce a cucinare meravigliosamente. Ho una figlia con gli occhi verdi che si chiama Eleonora e che vive da molti anni in Salento perché ama il mare. Da diciotto anni sono nonno di Giacomo, un ragazzo in gamba. Sono in pensione da qualche anno e prima ero un manager nel settore delle telecomunicazioni. Il mio sogno nel cassetto era di scrivere un romanzo, e ora che ci sono riuscito sono felice, comunque vada.
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