Un coraggioso, a volte disilluso, volo dall’alto per scorgere le mille sfaccettature della realtà per poi andare a scandagliare anche i mari profondi della coscienza.
Come si pone l’uomo di fronte alla morte, al dolore, al suicidio? I pensieri vengono sezionati e analizzati con precisione, affondando nel significato delle parole, quello reale e quello che ha acquisito con il passare del tempo.
La solitudine, ricordando Pasolini, connessa alla voglia di morte, ma senza morire. La pazzia citando Erasmo da Rotterdam. E tanto altro in un affresco umano dove non manca l’ironia ma anche l’amarezza dell’uomo che nella sua fragilità non trova più un senso al nostro mondo.
Roberto Amati, nato il 16 febbraio 1946 a Terni, ha dedicato la sua vita professionale al campo dell’istruzione e dei beni culturali. Laureato in Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Perugia, ha lavorato come psicologo e Consigliere di Orientamento dal 1968 al 1976. Successivamente, ha ricoperto il ruolo di Funzionario amministrativo nella Regione dell’Umbria. Tra le sue realizzazioni significative figurano la mostra “Memoria storica di San Gemini” e il laboratorio “Geoloab”. Dal 1996 al 2003, ha diretto vari centri di formazione professionale ed è stato responsabile di progetti di marketing territoriale. È in quiescenza dal 2003.
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