Alexienne è nata prematura lungo le rive della Senna in una calda e splendente giornata di luglio del 1968. I suoi primi istanti di vita li passa dentro un’incubatrice, sospesa in un limbo che segnerà il suo destino e quello della sua famiglia. Javier ha allora quindici anni e come i suoi genitori ha già in mente ciò che farà da grande. Da tempo è appassionato di macchine artificiali e i suoi studi di medicina lo porteranno a riversare le sue energie verso lo sviluppo di uteri artificiali, capaci di accogliere e di portare avanti le vite in divenire di feti con problemi. La vita però rende le cose più complicate e spesso sofferte e i due protagonisti di questo romanzo intenso e drammatico saranno chiamati a compiere scelte coraggiose e controcorrente.
Una storia che abbraccia un tema molto sentito ai giorni nostri, quello delle gravidanze difficili e della possibilità da parte della scienza medica di affrontarle con l’utilizzo di tecnologie innovative e invasive. Non ultimo, il cuore del romanzo tocca l’argomento principe dell’intersessualità e dell’ambiguità dei genitali dei bambini, una questione poco dibattuta ma che tocca le corde dell’anima.
Annalisa Gianfranceschi è nata a Viareggio nel 1968. Vive a Montignoso, un paese in provincia di Massa-Carrara, dove svolge da diversi anni la professione di insegnante di scuola primaria. Ha collaborato come volontaria in diverse associazioni che si occupano di programmi mirati per bambini “speciali”. Curiosa, sensibile e appassionata della natura e dei suoi meccanismi, è iscritta alla facoltà di Scienze Biologiche di Pisa.
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