«La poesia di Beatrice Innocenti nasce dal profondo in maniera quasi spontanea, come un bagliore che illumina improvviso la mente e che, se non fissato sulla carta, rischia di fuggire via; lo confessa lei stessa nella nota iniziale – «Ho scavato nel mio profondo, scrivendo quello che sentivo […] In modo semplice, ci sono io dietro le parole usate» – e lo ribadisce a circa metà della silloge, con un componimento che potremmo definire programmatico
(…)
Altri versi nascono invece dal vissuto drammatico che l’accompagna fin da quando, bambina, le venne diagnosticata una rara malattia neurodegenerativa e che, quotidianamente, si riaffaccia in tutta la sua crudezza: un «nemico sempre presente» che «ti strappa le certezze» come «una nuvola che sale e ti inghiotte/non rimane niente al suo passaggio».
Tuttavia nel complesso l’intera silloge è pervasa da un profondo senso di ottimismo, che fa capolino anche tra i versi più cupi: come nella bellissima “Questione di caso” dove, all’impossibilità da parte dell’essere umano di dare una spiegazione razionale o finalistica alla propria esistenza, fa da contraltare la testimonianza fornita dalla natura, che attraverso il ritmo ciclico delle stagioni ci testimonia che una rinascita è sempre possibile.»
(dall‘introduzione di Francesca Meucci)
Il mondo
Lurido è il mondo
fatto di misfatti
e venduto di incontri,
gli incontri possono portare pace
oppure innalzare guerre
non cascare nella pozza
casuale di lui,
cerca di uscire, sforzati
di conoscere l’inconoscibile.
Beatrice Innocenti è nata nel 1993 a Sansepolcro in Toscana e da circa 8 anni vive in Umbria. A 11 anni le diagnosticano una malattia rara neurodegenerativa, l’amica/nemica atassia di Friedreich, che a 16 anni la costringe in carrozzina. Vuole poter trasmettere qualcosa agli altri. Laureata in comunicazione, sta finendo la magistrale.
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