“Sembra banale ma basterebbe capire che ogni tanto si vince e ogni tanto si perde, invece, non sappiamo accettare la sconfitta”. Un atto d’amore per lo sport. Quello vero, quello sano, maestro di vita. In queste pagine si rispecchiano la vanità di un mondo corrotto – l’incapacità di perdere, il fascino della popolarità, l’imbroglio – e, insieme, la fulgida bellezza di quei valori – il rispetto, l’impegno, il sacrificio – che le discipline sportive sanno e possono trasmettere. Il male e il bene, racchiusi, e forse per sempre condannati, nella stessa cornice.
Grazie a ricerche e letture approfondite, interviste a celebri corridori del ciclismo italiano e all’esperienza maturata “sul campo” (letteralmente) di una squadra calcistica giovanile, Stefano Rossi descrive quell’immagine riflessa con tutte le sue storture e contraddizioni. Una lettura importante per chi lo sport lo pratica e per chi lo sport lo insegna, perché non sia il risultato finale a contare, ma la partita che si gioca.
Stefano Rossi nasce a Bolzano il 13 marzo 1996. Si laurea in Scienze della Comunicazione a Bologna e poi in Giornalismo e Cultura Editoriale a Parma. Potete togliergli tutto ma non il calcetto, la maionese, la scrittura e il fantacalcio. È un grande appassionato di sport e da anni lavora con i bambini, con i quali adora il rapporto sincero e amichevole. È giornalista pubblicista dal 2022 e autore del romanzo Ombrello di tutti, sole di nessuno, edito dalla casa editrice Praxis.
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