È trascorso un quarto di secolo da quando l’11 gennaio 1999, prossimo a compiere 60 anni, ci lasciava Fabrizio De André. Numerosissimi sono stati i saggi, i libri, le biografie a lui dedicati, eppure ancora oggi questa produzione non conosce soste. A cosa si deve un interesse così grande e duraturo? La risposta, a ben guardare, si rivela abbastanza semplice: perché il grande cantautore genovese, attraverso la sua voce e le sue opere, è riuscito a entrare nel cuore di migliaia di persone di generazioni diverse penetrando nel profondo della loro anima, toccando tematiche universali quali le molte forme dell’amore e dell’odio, il mistero della vita e il destino, il dolore e la disperazione degli ultimi e dei più deboli. Ed è proprio l’attualità del suo messaggio a far sì che egli continui, grazie alle sue canzoni, ad essere un riferimento anche nei tempi incerti in cui ci troviamo a vivere.
CONTIENE UN’INTERVISTA INEDITA A MAURO PAGANI
Michele M. Figliuzzi è docente alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro.
Apprendista marito e padre itinerante, eterno studente perché infinita è la materia di studio.
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