La silloge poetica di Linda Motti si presenta come un viaggio struggente e profondo attraverso i meandri oscuri della psiche umana e dell’esistenza condizionata dal carcere, sia esso fisico o mentale. L’autrice, forte della sua esperienza lavorativa presso un ex carcere psichiatrico giudiziario, si immerge nelle profondità dell’abisso interiore, esplorando le tematiche dell’isolamento, della sofferenza, della redenzione e della speranza.
Le poesie che compongono questa raccolta sono una testimonianza vibrante della complessità della vita, del dolore e dell’aspettativa che si intrecciano nelle pieghe più scivolose di questo cammino terrestre. L’opera, come l’autrice stessa rivela, si apre con un chiaro richiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri, utilizzando la sua struttura a tre cantiche – inferno, purgatorio e paradiso – come modello concettuale per esplorare il carcere psichiatrico giudiziario.
Linda Motti è laureata in Scienze Infermieristiche. Scrittrice e poetessa, porta nei suoi scritti la voce degli ultimi, come ritiene la sua, dei fragili e dei diseredati che non vengono più tenuti in considerazione da nessuno.
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