E vissero felici e contenti… non è solo l’epilogo con il quale tutte le favole del mondo chiudono il sipario, è anche il sogno di tutte le donne che andando incontro all’amore troppo spesso non vedono oppure non sanno cosa c’è oltre.
L’amore acceca e le parole illudono, infrangono i sogni e distruggono intere esistenze. Nel complicato rapporto uomo-donna si insinuano dei meccanismi molto delicati in perenne precario equilibrio.
L’uomo prevaricatore gioca il ruolo di padrone assoluto delle vite altrui, è carismatico, convincente, manipolatore e attrae a sé donne irretite dal suo fascino, pronte a cadere nella rete.
Sono figli ai quali non si può dire di no, che non possono perdere il controllo della situazione e che spesso si lasciano inghiottire dal loro stesso narcisismo il quale, purtroppo, il più delle volte sfocia in un disturbo psichiatrico reale.
La nostra giovane Autrice e giornalista, Gaia Bonomelli, in E vissero tutte felici e vincenti attraverso l’analogia ha rielaborato le esperienze drammatiche di alcune vittime di orrori e brutalità. La sua attività all’interno della Casa delle Donne a Treviglio ha fatto sì che raccogliesse nove testimonianze molto toccanti.
Clelia, Amira, Denali, Fortuna e altre… donne fatte a pezzi e poi ricostruite.
Gaia Bonomelli è nata nel 1995 a Treviglio e vive vicino a Milano.
Si è laureata in sociologia e ha conseguito una laurea specialistica in comunicazione, informazione ed editoria. È una giornalista e dal 2016 è volontaria alla Casa delle Donne di Treviglio, dove aiuta le vittime di violenza di genere.
MAURO BONOMELLI –
In un mondo dove ultimamente sono aumentati a dismisura i casi di “Femminicidio”, leggendo il libro, comprendo che l’autrice, con “E vissero tutti felici e contenti”, ci propone e ci porta a profonde riflessioni ed interrogativi. La problematica, anche se viene proposta in modo direi quasi fiabesco, mette però a confronto racconti immaginari con la reale e cruda realtà. A mio parere, è un’ottima lettura, che ci porta a chiederci come è possibile che in una società moderna ed emancipata come la nostra, possano non solo esistere certi individui, ma come possano e con quale diritto divino, Uccidere, Stuprare, Segregare e annullare completamente la volontà di una donna, sino a farle perdere qualsiasi dignità. Credo che questa lettura, possa essere di grande aiuto a tutte le donne, per alzare la guardia ed evitare di cadere in balia di questi elementi. Ma soprattutto è indicato per un pubblico maschile, perché se è pur vero che ultimamente alla problematica del “Femminicidio” viene riservato più interesse e rilevanza, è anche vero che per la maggioranza dei maschi, il problema esiste, ma viene vissuto o con disinteresse o con superficialità, e solo immergendoci in questi episodi, possiamo comprendere veramente quella che è purtroppo, la cruda realtà attuale. Diamo alle cose il giusto nome, più che Femminicidio, io lo chiamerei Omicidio, perpetrato da, si delinquenti, ma soprattutto Assassini, e come tali vanno trattati. Basta buonismi, pene severe senza alcuna riduzione della pena; anzi vanno isolati completamente dalla nostra società, perché sono elementi che non cambieranno mai. Inoltre ho apprezzato ulteriormente il libro e le tematiche trattate, tanto più che l’autrice non ha narrato realtà virtuali di cui ha sentito solo parlare, ma essendo una collaboratrice della “Casa delle Donne”, è perfettamente a conoscenza delle vicissitudini delle protagoniste dei racconti, che per ovvi ragioni di riservatezza e discrezione, sono state indicate con nomi e riferimenti immaginari.
COMPLIMENTI