Lorenzo Vespoli ci conduce in un viaggio tra le profondità dell’essere e la vastità del mondo circostante. La sua poesia, densa di immagini suggestive e ricca di figure retoriche, si colloca nel solco di una tradizione lirica che non rinuncia all’introspezione, ma si apre anche a riflessioni universali, talvolta dolorose, sulla condizione umana.
La metafora domina il linguaggio dell’autore, trasportando il lettore in scenari onirici e spesso malinconici, dove la terra diventa simbolo di un’origine perduta o di un rifugio irraggiungibile. È una terra che nasce e muore in continuazione, che accoglie e respinge, in un perpetuo ciclo di distruzione e creazione. In queste immagini, si avverte un richiamo costante alla fugacità del tempo e alla caducità della vita, temi che attraversano l’intera raccolta.
Lorenzo Vespoli (1996), dopo aver conseguito la laurea magistrale in filologia classica presso l’Università degli Studi di Genova (2020), si è perfezionato con un dottorato di ricerca in Lingua e letteratura latina presso l’Université de Genève (2024). Autore di articoli sulle tecniche intertestuali degli autori latini e sulla ricezione dei classici nell’Umanesimo, pubblicati in riviste scientifiche internazionali, ha curato per la casa editrice Olschki l’edizione critica delle postille dell’umanista Angelo Poliziano (1454-1494) alle Bucoliche di Virgilio (2024). La sua prima raccolta poetica, Pianeti sotterranei, è stata edita nella Collezione Letteraria di Puntoacapo Editrice (2018).
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