Questa volta il Commissario Francesco “Ciccio” Vitale ha per le mani un caso molto delicato: nella notte è stato ucciso nella sua villa estiva don Michele Pisciotta, un facoltoso imprenditore molto noto nella zona del Trapanese. Esclusa la pista della rapina fin dal primo sopralluogo sulla scena del crimine, data la mancanza di segni di effrazione, il Commissario e la sua squadra non possono che ipotizzare che la vittima conoscesse il suo assassino e che anzi si fidasse di lui al punto da aprirgli volontariamente la porta di casa. Parallelamente, poche ore dopo, Ciccio viene raggiunto anche da un’altra richiesta di aiuto: è il suo ex professore del liceo che, in pensiero per un’alunna che ha improvvisamente smesso di frequentare la scuola, gli chiede se può interessarsi in via informale su come stanno davvero le cose… Ambientato nella splendida cornice della Sicilia occidentale, a Castellammare del Golfo, il giallo Doppio legame ha il pregio di mostrare una realtà in cui le vite di persone molto diverse – imprenditori, operai, poliziotti, prostitute, insegnanti, malavitosi – si intrecciano in modo singolare, formando un puzzle il cui disegno si palesa solo nelle ultime pagine. Tra rivelazioni e colpi di scena, ogni personaggio, animato dalle proprie passioni e talvolta succube di esse, si dimostra fondamentale per la risoluzione del caso.
Maria Soccorsa Parisi è nata a Castellammare del Golfo il 25 febbraio 1952. Vive a Marino (Roma). Sposata, due figlie e tre nipoti. Laureata in Pedagogia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Diplomata in canto al conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone. Insegnante di scuola secondaria dal 1980. Dal 2002 dirigente scolastico di vari istituti – ultima sede: Liceo Scientifico “G. Vailati” a Genzano di Roma (RM). In pensione dal 2017. Da quel momento è ritornata a scrivere, musicare, cantare e recitare. Ha pubblicato in proprio diversi libri di ricerche sociologiche, poesie, monologhi teatrali. Durante il lockdown, ha scritto il suo primo giallo sul commissario Ciccio Vitale, Il Segreto di Inici, seguito poco dopo da La rupe di Scopello.
claudio.albanesi –
Doppio legame è l’ultima opera di Maria Soccorsa Parisi, che sulla falsariga del genere reso famoso da Camilleri, continua la saga del commissario Ciccio Vitale,
I discorsi, quasi sempre in un dialetto siciliano comprensibile ed incredibilmente espressivo, sono essenziali ed incalzanti e avvincono subito il lettore immergendolo nella realtà siciliana tanto cara alla scrittrice.
Il ritmo, piacevolmente veloce, è una caratteristica ed uno dei pregi dello stile di Soccorsa Parisi.
Ad una prima e superficiale lettura può sembrare non curata abbastanza la parte descrittiva, ma in seguito, appare evidente la mirabile capacità espressiva e la maestria della scrittrice nel descrivere indirettamente (attraverso gli onnipresenti colloqui) portando il lettore ad immaginare ambienti, panorami, comportamenti, atteggiamenti tipici della realtà sicula, oltre a gli inevitabili dettagli che diventano il filo conduttore del libro .
IL romanzo nel suo genere è intenso, intrigante e coinvolgente assolutamente da consigliare.
Massimo Albanesi –
La famiglia, la Chiesa, la scuola e un ambiente di lavoro cordiale e collaborativo formano l’intelaiatura di questo romanzo giallo.
La narrazione è scorrevole, semplice, diretta, movimentata, con un pizzico di suspance e curiosità che porta a leggere la storia senza pause.
Dialoghi, pause caffè, momenti di vita famliare, scorci di paesaggi e brevi descrizioni di luoghi e strade di paese, sapori del mare e odori di salsedine, del pesce appena pescato con i pescatori che la mattina tornano al porto con le loro barche, dopo aver gettato le reti in mare tutta la notte: la vita degli abitanti di Castellammare del Golfo fa da “condimento” alle indagini del commissario Ciccio Vitale.
L’utilizzo di un linguaggio semplice, rispettoso del dialetto siculo (castellammarese!) come unica lingua conosciuta e parlata dalla gente povera dà la sensazione a chi legge di trovarsi proprio lì in strada, e seguire da vicino l’evolversi dei fatti.
Il finale, a sorpresa, scopre un dramma esistenziale.
Consigliato da leggere a tutti, soprattutto per chi ama quei romanzi gialli dove la violenza dei fatti viene poi gestita con umanità, professionalità e delicatezza
Massimo Albanesi –
Per chi ama il genere giallo poliziesco, ‘Doppio legame’ è una ghiotta occasione per immergersi in una trama coinvolgente ed accattivante che attira tutto d’un fiato il lettore fino alla conclusione.
Terzo di altri 2 romanzi di cui ne costituisce una trilogia (il primo è stato ’ Il segreto di Inici’ nel 2021 e il secondo ‘la rupe di Scopello’ del 2022) l’autrice racconta le indagini di un commissario di Castellammare del Golfo, uno splendido comune in provincia di Trapani, di nome Francesco Vitale, detto Ciccio dagli amici e ‘piciolo’ dall’amorevole e paziente moglie Maria. Si respira l’atmosfera tipica siciliana che molto ricorda le avventure di Montalbano del grande Camilleri. Il libro ne continua le suggestioni, incoraggiato dallo stesso Camilleri che aveva apprezzato l’ispirazione dell’autrice.
La trama si dipana attraverso le indagini di casi diversi e apparentemente disparati che poi, grazie alla perspicacia ed all’intuito del protagonista si trovano inspiegabilmente intrecciati. Per non rovinare la suspence si preferisce non aggiungere dettagli. Lo stile della scrittrice è secco ed immediato, perfezionato via via rispetto al primo volume; la forma prevalente che è stata adottata è quella dialogica che si presterebbe più facilmente ad una sceneggiatura.
I personaggi emergono con garbo nonostante la presenza di delitti; tutto è condotto da un commissario totalmente proiettato nel suo lavoro, responsabile e meticoloso, arguto e immediato nelle azioni da mettere in campo, altrettanto riservato e restio ad accettare di illustrare i risultati alla stampa e costringendo il questore Cusenza a fronteggiare la situazione da solo. A margine la moglie Maria, affettuosa e devota con il suo piccolo Andrea di pochi mesi, comprensiva e impegnata a preparare pranzetti deliziosi, figura un po’ troppo remissiva, ma se vogliamo, rispondente ad uno stereotipo femminile.
L’intercalare delle voci dialettali e forme dialogiche siciliane danno un tocco vivace alla lettura; si respira il profumo dei cannoli siciliani e del mare di Castellammare del Golfo.
[Ivana Uras]