C’è tutto il suo cuore in questi versi, i patimenti e gli struggimenti che deve aver provato nel corso del tempo che passava, i suoi molteplici tentativi di sopravvivere a quei colpi e contraccolpi che inevitabilmente l’hanno messa alla prova. Quello che ricaviamo da questi componimenti è come una scelta, seppur dettata da tutto lo slancio di un’intera vita, a volte non sia sufficiente per realizzare tutto quello che più desideriamo, rischiando, piuttosto di farci perdere di vista qualcosa di importante, come noi stessi e il nostro bene.
Penny è nata a Roma in piena guerra mondiale. Ha studiato all’Università degli Studi di Roma laureandosi in Scienze statistiche e demografiche: «Non era la mia aspirazione dato che ero piuttosto portata per le lettere e le arti, ma le circostanze a volte determinano il nostro cammino ed io mi sono adeguata».
Per quanto riguarda la sua opera, scrive: «Il mio diario poetico era un fatto privato non condiviso con alcuno… poi gli eventi mi hanno spinto a condividerlo non per raccontare la mia storia, piuttosto per raccontare “una storia”». È la sua prima pubblicazione.
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