Anna ha perso il compagno, l’amante, il migliore amico, la persona che dava vita alla vita stessa e ora non le resta che cercare di raccogliere i pezzi di sé e provare a rimetterli insieme. Un racconto straziante, che lacera nel profondo, che affronta l’assenza senza finzioni e tenta di dare un senso a qualcosa che non ne ha affatto. Si esprime con onestà, con la semplicità del dolore e con immensa sensibilità: Anna non si nasconde, non lo fa la sua voce, non lo fa la sua penna.
Nata a Roma il primo giorno di agosto del 1969, Anna Rita Riccioni si è trasferita intorno ai dieci anni a Fabriano (AN), dove vive tutt’oggi e dirige con grande passione una scuola di danza.
Alla formazione coreutica ha affiancato lo studio del pianoforte e del violino nutrendo un profondo rispetto per l’arte e per i suoi insegnamenti. Mossa dalla curiosità e dal desiderio di arricchire il proprio bagaglio culturale, si è iscritta alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Perugia, un viaggio che, afferma, concluderà solo quando non avrà più nulla da restituire alla Danza.
A quattro giorni dalla perdita del compagno, ha intrapreso un percorso di psicoterapia e ha iniziato a scrivere. La sua terapeuta ha riconosciuto il potere comunicativo dei suoi testi e l’ha incoraggiata a dare voce a quei pensieri attraverso la pubblicazione. Le pagine di questo libro sono quindi il frutto di una sensibilità affinata negli anni e di una vita dedicata all’ascolto delle emozioni, offrendo spunti di riflessione su esperienze profonde come il lutto, il senso del vuoto e il vivere accanto all’assenza.
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