La giovane Mey sta trascorrendo qualche giorno di vacanza in montagna in compagnia dei suoi amici. Il paesaggio innevato che fa da cornice al soggiorno è incantevole e rende affascinante il vicino bosco con tutto il suo pullulare di vita animale e la ricchezza della vegetazione. Ma proprio in quello splendido ambiente Mey viene attratta e spaventata da un luminoso e accecante fascio di luce verde e dalla sensazione di avere intravisto una misteriosa ombra che la fissa da lontano. Le paure percepite assumono ancora più rilevanza quando, di lì a poco, alcuni dei ragazzi scompaiono e vengono successivamente ritrovati con sembianze sempre più incorporee e impalpabili: è il preludio di un’incredibile rivelazione destinata a sconvolgere la tranquilla esistenza della giovane protagonista…
Laura Moretto abita in un piccolo paesino di ottocento anime in provincia di Venezia. Di sé racconta: “La mia vita non ha niente di particolare o di diverso da tante altre. Ho studiato Arte dei metalli e dell’oreficeria a Padova, ma poi ho abbandonato il campo artistico per dedicarmi agli studi di geologia. Ahimè, non mi sono laureata. Ho scoperto tardi la passione per la lettura, e successivamente per la scrittura. Il primo romanzo è nato più per un gioco iniziato con mia sorella che per una vera e propria volontà di scrivere. In realtà penso di scrivere più per me stessa che per gli altri. Le storie e avventure dei miei personaggi nascono spontaneamente appena mi metto davanti al pc. So che è sbagliato, ma non riesco a programmare una storia nei dettagli. Inizia tutto con una lampadina accesa nella mia mente. All’improvviso. Da una scena qualsiasi il mio cervello elabora situazioni stravaganti e molto spesso assurde che cerco di memorizzare per poi buttare nero su bianco. O meglio sul digitale. Il primo romanzo è nato da un periodo delicato. Era l’unico sfogo che trovavo abbastanza utile per estraniarmi dalla realtà. Ora sono sposata e lavoro da qualche anno come collaboratrice scolastica, in attesa del passaggio all’ufficio. Nel frattempo godo dei momenti spensierati che trascorro a contatto con i bambini, pozzi senza fondo di fantasia. Da loro traggo ispirazione per i personaggi più simpatici e libertini delle mie storie, e dalle loro battute creo situazioni che poi riporto nelle pagine dei miei racconti. Mi ispiro alla vita di tutti i giorni, trasformando però le ambientazioni, i dialoghi e le situazioni. Mi piace viaggiare con l’immaginazione lontano da questa nostra realtà, e cercare un mondo alternativo più solare e positivo”.
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