Anna Ortese e Belladonna si ritrovano un giorno nello stesso ospedale psichiatrico, che chiamano “il campeggio”.
In questo luogo, per antonomasia tetro e spettrale, si muovono invece personaggi affascinanti, eclettici e bizzarri, che danno colore ai lunghi corridoi e alle stanze asettiche.
Le due donne, con i loro racconti, offrono il ritratto perfetto di un mondo sospeso ma vibrante di vita.
Anna Ortese: grigio funzionario amministrativo, con la passione per la musica. Mediocre suonatrice di violino, pessima chitarrista. Promessa del basso elettrico. Perennemente in cerca di una band. Ottima attaccante nel Calciobalilla. Estimatrice delle pulizie domestiche e dei lavori a maglia. Scrive per necessità terapeutica.
Belladonna: nata negli anni Novanta in una cittadina del Nord Italia, si è trasferita dopo poco tempo in un paesino rurale.
La sua infanzia è stata caratterizzata da una profonda tristezza. Preferiva passare il tempo con i suoi giocattoli, invece che con gli altri bambini, a causa di un senso di inadeguatezza che l’accompagna ancora oggi.
In adolescenza le sue agonie si sono acuite fino ad arrivare all’età adulta dove ha toccato il fondo e ha potuto iniziare a risalire, seppur con qualche ricaduta. Grazie a tutte le persone che ha incontrato sul suo cammino e gli specialisti che la seguono, da due anni ha una vita degna di essere vissuta. Le sue passioni sono il calcio balilla e gli enigmi che prevedono processi di pensiero induttivi.
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