Vita e morte, eternamente in lotta tra loro. Complementari quanto avverse, si integrano e si respingono in una danza perennemente in movimento, caratterizzata dalla transitorietà dell’una e dall’irreversibilità dell’altra. In Catabasi, di Carlotta Calabresi, ogni individuo descritto affronta un suo viaggio personale, in cui imbattendosi nelle sue ombre, dall’oscurità si lascia infine avvincere e condurre sull’altro lato della strada: c’è chi vi giunge per ignavia, per anzianità, per debolezza propria e altrui, ognuno ha il suo percorso ma in comune la stessa destinazione.
Eroi moderni, distanti da quell’ellenismo che tanto li celebrava in quanto impavidi e pieni di ardimento, giacciono nel tempo e nel mondo alla ricerca di se stessi e della loro individualità, ma purtroppo spesso soccombono in una sorta di trasformazione, in una catabasi in cui non c’è ritorno, non esiste risalita alla superficie. Da queste splendide pagine emerge tutta la disperazione umana. Leonardo, Ophelia, Riccardo, Matilde, Gaetano, Pietro, Camilla e tanti come loro… anime perse in un mondo distratto.
Carlotta Calabresi nasce a Monza il 13 dicembre del 2003 e vive a Villasanta. Dopo aver conseguito il diploma di liceo linguistico si iscrive alla Facoltà di Lettere moderne a Milano. Si è sempre dedicata alla scrittura, già da piccola si divertiva a comporre brevi racconti e storie. Con gli anni, poi, la sua passione per la letteratura è cresciuta in modo sempre più profondo e per questo ringrazia la sua docente di Lettere del liceo, attraverso la quale ha capito che anche la letteratura più triste è un inno alla vita, così ha maturato l’idea di voler creare un qualcosa che la rappresentasse.
Iro Bazzanti –
La morte come soggetto attivo, solitamente, per ragioni normali di sopravvivenza, non presa in considerazione. Ottima idea quella di farci i conti senza paure e pregiudizi. Comunque non dandogli un valore positivo, ma piuttosto rendersi conto della sua ineluttabilità. Complimenti alla scrittrice e alla sua pecularietà.