Un vortice di pensieri e di incubi lucidi si mescola a frammenti di vita vissuta in cui ogni tanto emerge una considerazione, una sofferta consapevolezza.
Le droghe e gli altri mali della società ed esseri che si nutrono delle debolezze umane, del bisogno di ognuno di esistere per qualcun altro.
Tra tutti emerge Davyil, stregone oscuro.
Pazzia e dipendenze, lo squallore e la fine inesorabile, lo Stato e la Chiesa che regolano tutto. La sanità e la santità che comandano. Un allucinato viaggio in cui anche le frasi e le parole si inseguono in un ritmo visionario.
Davide Massagrande nasce a Verona il 4 giugno 1993. Ottiene il diploma di Scienze informatiche in una scuola cattolica. A circa metà percorso sviluppa una pronunciata curiosità verso le materie umanistiche che lo condurrà a Padova, candidatosi a una laurea in Psicologia ma che non riuscirà a concludere per questioni di salute e presa in carico delle responsabilità famigliari.
Declinata la decennale carriera sportiva da cestista per via di un infortunio e raccolte esperienze lavorative umili e di breve durata, sceglie di investire nell’arte, come nella stesura di un libro che racchiude le massime conoscenze ottenute, approfonditi temi che lo riguardano in prima persona e che prova a estendere nella costituzione di un contesto sociale che analizza aspetti meno commerciali, quanto più storici e funzionali nel tentativo di individuare notificando eventi e momenti sparsi nei secoli dei secoli, ripresentati. Giocando con i tasselli attraverso vette cognitive e concettuali pare quasi matematico che vi siano poi delle cadute impreviste, come delle ripercussioni mondane che fanno capo a delle matasse di pensieri e di filosofie accuratamente accatastate e ordinate da qualche parte. Ma se il gioco vale la candela… Carceri a cielo aperto.
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