“Vorrei bere questa fine.
Scaldarmi a una vena di ricordo;
tornare alla vita – ah, se io domando il fiore,
il tuo vuoto, di questa rivolta!”
«Attraverso la poesia di Elia i confini della realtà si sfumano, aprendo le porte a mondi diversi. Parole che si intrecciano empatizzando un valido legame tra l’autore e il lettore. In questo intreccio, aggallano significati nascosti, emozioni e riflessioni sulla condizione umana. Pensieri complessi in poche righe. E quindi non solo un ornamento letterario ma uno specchio che riflette la società e celebra – in un certo modo – la bellezza del mondo. Quello di Elia è un viaggio verso l’introspezione e la consapevolezza e ci ricorda che le parole possono essere tanto potenti quanto fragili.»
(POSTFAZIONE di Elia Belculfinè/Pasquale Stanziale)
«[…] Elia Belculfiné utilizza l’espressione poetica come un mezzo per affrontare un dissidio interiore caratterizzato da un duplice sguardo del poeta: il primo è quello della sua posizione nel mondo; il secondo, invece, è lo sguardo proiettato verso il prossimo, anzi dentro di esso. In questa seconda declinazione, Belculfiné riesce a “raccontare” con la sua poesia una specie di spaccato dell’umanità. Anche per questa ragione, Bouquet di viscere è una raccolta popolata da persone vere, in carne e ossa che, grazie all’abilità del poeta, vivono in forma di poesia. […]»
(dalla NOTA AL TESTO di Francesco Marchianò)
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