Nel continuo confronto tra poesia e narrativa ci si sofferma sulla differenza tra versi e prosa. La verità è che la differenza è un’altra, se proprio si vuole andare in cerca delle caratteristiche che contraddistinguono entrambi i tipi di scrittura. In fondo, nell’uno o nell’altro caso, in superficie si tratta di un mare di parole disposte su un foglio bianco e in un insieme di pagine.
Attualmente residente ad Alba in provincia di Cuneo, Laura Pezzato nasce a Savigliano, sempre in provincia di Cuneo, il 23 Agosto 1955 da madre piemontese, di Acqui Terme, e padre veneto, di Casale sul Sile. Vive assieme alla famiglia d’origine fino ai 22 anni, insieme a un fratello e una sorella, nati dopo di lei. Si sposa nel 1977 e ha tre figli, ormai adulti e indipendenti, e quattro simpatici nipotini, con un quinto in arrivo.
Dopo il diploma di Liceo Scientifico conseguito nel ‘74, si diploma in Scienze Infermieristiche e, dal 1980 al 2017, esercita la professione infermieristica in collaborazione e alle dipendenze di vari enti e istituti sanitari, salvo una breve parentesi dal 2008 al 2011 in cui, dopo un corso di specializzazione, sperimenta in veste di educatrice, presso asili nido e strutture scolastiche. Attualmente è in pensione. I suoi hobby preferiti sono leggere, scrivere e, per quanto possibile, viaggiare. In passato, per diversi anni e dopo aver frequentato un corso triennale di recitazione e partecipato a diversi stage di perfezionamento, ha collaborato con varie compagnie teatrali amatoriali in qualità di attrice caratterista, ha fatto teatro di strada e, in autonomia, qualche spettacolo per scuole e asili. La lettura e la scrittura hanno sempre rappresentato per lei, fin da bambina, due importanti mezzi di crescita ed evasione, utili ad affrontare la realtà soprattutto nei momenti più difficili e conflittuali, dandole modo di liberare fantasia e creatività, traendone una gratificazione tanto costruttiva quanto proficua per il proprio equilibrio interiore.
Bebè e la Luna è una raccolta di poesie scritte nel corso degli anni, molte delle quali esprimono, attraverso un linguaggio essenziale e a tratti irriverente, un sorta di nostalgia con cui l’adulto guarda al mondo dell’infanzia, scanzonato e al contempo carico di fiducia nel futuro, fiducia che a poco a poco si ammanterà, per certi aspetti e irreversibilmente, dell’amara consapevolezza che inevitabilmente consegue alle esperienze di vita, così come ognuno di noi le attraversa e dalle quali si viene plasmati, senza perdere la speranza in un mondo migliore.
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