L’infanzia e l’adolescenza trascorse a Tortona prima, dopo e durante la seconda guerra mondiale rappresentano lo scenario dei racconti autobiografici di Mario Ghisolfi. Ascoltavamo la sera il grammofono a tromba è una testimonianza diretta, vissuta in prima persona, dei cambiamenti politici, sociali e culturali che hanno interessato l’Italia tra gli anni Venti e Trenta in un pieno periodo di spensieratezza sovrastato dall’incombere delle ideologie fasciste che, a poco a poco, hanno influenzato il modo di pensare, agire e interagire degli italiani, tra oppositori e sostenitori; degli anni Quaranta, che hanno visto protagonista una delle più brutte pagine della Storia con la seconda guerra mondiale e, infine, di tutto quello che è avvenuto negli anni successivi al conflitto.
Il filo conduttore dell’intera narrazione di Ascoltavamo la sera il grammofono a tromba è l’atmosfera rassicurante che solo con il calore della famiglia si può creare e della quale l’autore si è servito per costruire una narrazione diretta, ricca di continue riflessioni e divagazioni tra passato e presente, con l’obiettivo di raccontare pezzi di memoria storica costruiti con il suo punto di vista, che si discosta dagli eventi spiegati nei libri o nei documentari e regala pagine di esperienze concrete e uniche tra emozioni, amicizie, incontri ed eventi privati e personali che, nel corso del tempo, si sono trasformati in ricordi indelebili e preziosi.
Mario Ghisolfi è nato a Tortona (AL) nel maggio del 1927. Nel 1950, si laurea in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino e si avvia verso una brillante carriera presso le industrie petrolchimiche in Sicilia, Sardegna e alta Italia.
Nel 1959, sposa Carla Tedeschi con la quale vive felicemente da sessantacinque anni tra Milano e Tortona.
Insieme hanno avuto due figli e ora godono anche della compagnia di quattro nipoti.
Si è sempre definito antifascista convinto.
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