Il blues non è solo musica. È poesia, è catarsi, perché permette all’animo umano di librarsi e liberarsi, almeno per un po’, delle angosce di cui è gravato.
Angelo Bonanno ripercorre e introduce questo genere musicale che è diventato nei decenni un mondo a sé sconfinando in altri generi artistici, la poesia in particolare. E le poesie dell’autore sono pervase da quella malinconia e da quel feeling blue tipici del blues.
Le liriche, frutto di due anni di produzione, si rifanno all’esperienza del verso libero, spesso al linguaggio simbolico, con un’inclinazione alla tecnica ermetica.
Musica e poesia hanno in comune la capacità di evocare, comunicare, far condividere, senza intermediari. Per questo non moriranno mai.
Angelo Bonanno (classe ’78) è dedito alla scrittura poetica dagli anni delle scuole superiori. Insegnante di professione, è amante dell’arte a tuttotondo: si dedica a pittura e calligrafia tradizionale giapponese, ballo, recitazione e canto, senza mai abbandonare la sua passione per la poesia. Ha pubblicato due brevi sillogi, Introitus (2016) e Confiteor (2017), nel 2020 ha pubblicato, con Mondadori/Passione scrittore, una silloge dedicata allo stile giapponese haiku dal titolo Prime Suggestioni – esercitazioni haiku.
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