Deborah nasce e cresce in una famiglia ordinaria; l’infanzia serena è arricchita dalla presenza della sorella maggiore, Fabiola, inseparabile compagna di giochi, ma è all’età di otto anni che la vita le regala il dono più desiderato: un fratellino.
Andrea è una benedizione. I giorni trascorsi con lui, piccolo e fragile, restano impressi per sempre in Deborah, che gioca a fare la mammina, amandolo con tutta se stessa. Lei, ancora così bimba, è già colma di un sentimento pieno e maturo. Andrea riempie la casa, è il fulcro inconsapevole di flussi convergenti di nuove e gioiose energie ma quell’infausta macchiolina sul suo cuore non lascia scampo.
È una tragedia impossibile da raccontare. Eppure.
Parole informi, nella bocca di una bambina, si trasformano in pietre dure e lucenti nelle pagine di questo libro, erigendo un’opera scultorea di immortale bellezza; il passato non passerà né durerà in eterno, ci resta accanto immutato, a ricordarci quanto siamo stati felici.
Deborah Savoldelli è nata il 2 marzo 2003.
Conseguito il diploma, si iscrive alla facoltà di Economia Aziendale dell’Università di Brescia ma nel gennaio 2024 decide di abbandonare gli studi per dedicarsi alla scrittura, vocazione che coltiva dall’età di 9 anni, con l’obiettivo di entrare alla NABA di Milano.
Questa è la sua prima pubblicazione.
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