Mariotto, Bari, anni ’60. Nel piccolo paesino pugliese, per anni ai margini delle grandi trasformazioni, è arrivato qualche soffio del vento della modernità. Ma siamo ben lontani dalla situazione più dinamica delle grandi città. A Mariotto il lavoro contadino, fatto di levatacce e lavori pesanti, è ancora la regola. La coltivazione dei mandorli, fiore all’occhiello del paese, e la vendemmia sono le principali attività e fonti di sostentamento per molte famiglie, mentre l’istruzione superiore dei più giovani è riservata a pochi eletti.
Peppino, Eleonora, Chelino, Annina, Ciccillo, Genzino, Chiarina sono giovani di un tempo nuovo, non hanno conosciuto la fame e la guerra; in più per alcuni come Peppino, giovane di bell’aspetto e volenteroso, c’è il parente americano di Nuiorc, lo zio d’America che ha fatto fortuna e che lo invita a trasferirsi nel Nuovo Mondo. Tuttavia è difficile abbandonare il proprio paese natale, perché lì sono le radici, l’identità e una vita tutto sommato tranquilla e senza stress.
Il paese delle mandorle è un romanzo corale, in cui l’autore si fa portavoce del tempo che fu. Per non dimenticare. Per ringraziare, per lodare la sua gente.
Michele De Palma, terzo di cinque figli, è nato nel 1950 in un piccolo paesino del meridione d’Italia, Mariotto, in provincia di Bari. Dal 1981 e fino al pensionamento ha lavorato in ANAS. Nel 2016, dopo 66 anni e 7 mesi di lavoro, gli viene conferita l’onorificenza di “Maestro del Lavoro” dal Presidente della Repubblica, per le mani del sindaco di Bari, Antonio Decaro, e del Prefetto. La sua spiccata sensibilità e l’amore per la sua terra l’hanno portato a essere sempre attivo nella società civile e politica della città, spingendolo a co-fondare – sin dalla giovane età e tutt’oggi – diverse realtà associative di promozione sociale e di valorizzazione del territorio. Appassionato di fotografia, ama immortalare il paesaggio pugliese, in particolare quello rurale del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
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