Mentre guarda una fiaba in tivù, Milana, una bella bambina di sei anni, viene misteriosamente “risucchiata” dallo schermo e trasportata in un luogo fiabesco. Qui, in un primo momento, tutto le appare meraviglioso e affascinante. Ma presto dovrà rendersi conto che le apparenze ingannano. Tutte le cose belle che le vengono offerte sono, in realtà, fumo negli occhi per nascondere gli orribili progetti che ha in serbo per lei la sua affabile ospite, la regina Zaira. Zaira risulterà essere, in realtà, una strega crudele, che usa i suoi poteri malefici per piegare il mondo alle proprie brame senza farsi scrupolo di seminare violenze e soprusi. Ma Milana si rivelerà un boccone inaspettatamente indigesto per lei, perché, grazie alla sua dolcezza e al suo fascino, riuscirà a trovarsi degli alleati insieme ai quali tesserà un’astuta trama che sarà fatale per la strega.
Si incontrarono in un luminoso pomeriggio di primavera a Roma, nel centro del mondo: ai Fori Imperiali, un luogo magico, dove ti “sovvien l’eterno”. E s’innamorarono. Lei, Lyudmyla, nata in Azerbaigian, sulle aride coste del mar Caspio, e cresciuta in Ucraina, quando questo Paese era ancora parte integrante dell’URSS. Già da bambina fa inenarrabili sacrifici per conciliare la scuola con gli allenamenti in piscina. Come rifugio dalla rigida educazione vetero-comunista, nel poco tempo libero alimenta la sua fantasia con la lettura dei racconti e delle fiabe di Puškin, il suo autore preferito. Studi superiori in educazione fisica, nuotatrice nella squadra nazionale dell’URSS e poi allenatrice. Finalmente, dopo la caduta dell’URSS, lascia l’Ucraina e corona il suo sogno di vedere il mondo. Lui, Mario, nato a Napoli, in una famiglia borghese, ragazzo un po’ scapestrato, ma impregnato dell’antica cultura della sua città. Studi classici, appassionato di storia, di letteratura antica e di arte. Poi, la sua insaziabile curiosità lo spinge a dedicarsi alla fisica, il primo germoglio della filosofia e della scienza occidentali. Aviatore per lavoro e marinaio per passione. Due mondi all’apparenza troppo diversi. Ma, come ci insegna la storia – e anche la biologia! – la diversità è feconda, l’uniformità è sterile: l’esuberante immaginazione e la voglia di raccontare di Lyudmyla hanno incontrato la cultura e il vissuto di Mario, generando un fertile connubio di vita e letterario.
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