Un saggio dirompente e illuminante, atto a svelare gli ingranaggi rugginosi di un sistema sociopolitico per il quale la nuova normalità è lo stato di emergenza.
Pandemia, guerra, crisi politica e sociale, un susseguirsi di criticità senza apparente soluzione: “Emergenza perenne” è l’analisi penetrante e provocatoria degli eventi straordinari che hanno segnato il nostro presente. Sono profonde le cicatrici lasciate dalla pandemia sui corpi e sulle menti delle persone, molte meno le riflessioni filosofiche che ne sono scaturite.
Nel tentativo di sopravvivere, i governi affrontano tutta una serie di emergenze senza risolverle, spesso utilizzandole per fini di consenso elettorale, la società cambia e con essa gli individui, che si adattano a nuovi stili di vita e controlli. Nonostante ciò, l’essere umano non rinuncia al suo spirito ribelle e alla libertà, anche se questa può comportare sacrifici e infelicità. La disobbedienza civile diventa dunque un atto di coraggio contro le ingiustizie e le decisioni liberticide dei governi.
Questo libro, che prosegue il percorso già cominciato con L’incubo di Foucault. La costruzione di un’emergenza sanitaria (Lastaria, 2020) e continuato con Kant col green pass. Dalla sorveglianza al controllo sociale (Albatros, 2022), analizza l’emergenza bellica, sanitaria, energetica, climatica e migratoria, insieme a tante dichiarate forme di emergenza sul piano sociale, politico e strettamente umano. Conclude l’opera il grande tema della disobbedienza, come risposta all’oppressione e all’ingiustizia.
Paolo Becchi (Genova, 1955) è attualmente professore ordinario di Filosofia del diritto nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Genova, dove insegna Filosofia pratica e Bioetica.
La Eötvös Loránd University di Budapest gli ha conferito una laurea honoris causa in Giurisprudenza.
Studioso della filosofia del diritto di Hegel e del diritto naturale moderno, ha altresì contribuito alla diffusione del pensiero di Hans Jonas in Italia.
I suoi scritti sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo, portoghese, giapponese e ungherese.
Nel nostro Paese oggi è considerato un personaggio against the stream, quello che si definirebbe un “cattivo maestro” e di cui questo libro rappresenta solo l’ultima provocazione in ordine di tempo: quella contro la tirannia del governo biotecnocratico.
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