Elsa è una donna forte, sensibile e di quella intelligenza contadina fatta di sapere antico, costruito dall’esperienza. Le piace imparare e, pur essendo passato tanto tempo dagli anni della scuola, continua a esser curiosa, a informarsi come può, perché per lei capire cosa le succede intorno significa crescere, formarsi un’idea personale ed essere libera. Sì, libera di avere un’opinione, libera di non pensarla come tutti. La seconda guerra mondiale è finita ma ancora si respira la violenza e si assiste alle punitive incursioni delle camicie nere.
Elsa vive con la sua numerosa famiglia, sette figli e un ottavo in arrivo e atteso come sempre come una benedizione; gli anziani suoceri, le cognate e il marito, Giuseppe, che la ama e la rispetta profondamente. Un giorno tre soldati inglesi scappano dal luogo in cui sono stati fatti prigionieri e si rifugiano nel fienile della sua casa. La forza e l’unione della famiglia di Elsa darà una svolta alla vita di questi tre ragazzi che rappresentano tutti i giovani vittime della guerra e che sono tenuti in vita dalla grande speranza di fare un giorno ritorno a casa.
Elisabetta Copelli nasce a San Secondo Parmense (PR) nel 1970. Diplomata all’istituto professionale come sarta, inizia da subito a lavorare in aziende importanti del settore dell’abbigliamento. Da sempre ama mettere nero su bianco i suoi pensieri anziché parlare, per fissare emozioni e momenti di vita, riempie pagine e pagine di quaderni, agende, diari senza mai coltivare davvero il sogno di diventare scrittrice. Durante il lockdown, inizia a raccontare in un libro autoprodotto, Raccontami una storia Biancorossa, i trent’anni di vita della sua contrada, la Trinità. Inizia poi a cimentarsi con il racconto traendo spunto dalle storie della sua nonna. Nasce così Il coraggio di Elsa, un omaggio all’amata nonna, alla famiglia d’origine e a tutti coloro che hanno scelto di non voltarsi dall’altra parte.
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