Fra accumulazione e Hikikomori
Esiste un “luogo dell’arte”, uno spazio cioè che riesce a ispirare in maniera profonda un artista? Il vissuto di ogni individuo è pieno di oggetti che spesso non possiedono valore intrinseco, ma che possono assumere un notevole valore emotivo, rappresentando una vera e propria mappa visiva come riflesso dell’evoluzione personale. Partendo da questi interrogativi, Ana Maria Silvia Brechler esplora due temi spesso sottovalutati ma di grande importanza: da un lato, collezionismo e accumulazione, con i disturbi che ne derivano; dall’altro, il fenomeno recente dell’Hikikomori, temine che si usa per indicare quei giovani che decidono di allontanarsi per lunghi periodi dalla vita sociale senza avere alcun contatto con il mondo esterno.
Ana Maria Silvia Brechler, Annie per amici e conoscenti, è figlia di madre italiana e padre tedesco/greco. È nata il 29 novembre 1987 a Bucarest, un paese lontano per usi, costumi e per ricordi.
Figlia di una famiglia multietnica, ha vissuto di tradizioni e educazione multiculturali che hanno condizionato, volontariamente e no, il suo percorso di studi, tanto che dopo aver conseguito il diploma presso il liceo scientifico dei Padri Scolopi a Firenze, nel 2007 ha deciso di iscriversi alla Facoltà di Psicologia di Padova. Una scelta che si è dimostrata essere un inizio di qualcosa di indefinito ma percepibile. Successive vicissitudini hanno fatto sì che l’anno successivo abbia deciso di compiere il passaggio alla facoltà di Lettere e filosofia a Firenze con indirizzo “Lettere Moderne”. Scelta dovuta in nome della passione per la scrittura e la poesia. Due scelte apparentemente errate ma giuste se valutate singolarmente. Di entrambe dicono che ne porti lo spirito. Un’essenza che si è dimostrata veritiera quando ha deciso, caparbiamente, di iscriversi nel 2013 alla triennale presso il Dams di Bologna, dove si è laureata nel luglio 2017 in Psicologia dell’arte. Sempre a Bologna, nel 2017, proseguendo gli studi artistici, si è iscritta alla Magistrale in Arti visive laureandosi, nel marzo 2020, in Semiotica. Lungo questo percorso didattico tante cose sono successe e altre ne sono accadute. Un percorso travagliato e curioso dove l’arte e la psicologia l’hanno indirizzata e mai abbandonata.
Curiosa del risultato, nel 2006 ha voluto partecipare al concorso letterario “Lo Scrittoio” di San Piero a Sieve arrivando fra i primi cinque finalisti. Nel 2007 ha pubblicato a sue spese una propria raccolta di poesie dal titolo Abissi. Per tale pubblicazione ringrazia ancora oggi i suoi genitori. Nel 2008 ha partecipato sia al concorso premio letterario “Prato: un tessuto di cultura”, dove è stata inserita nell’antologia del premio con la poesia Io sono, che al Premio internazionale “FIRENZE Capitale d’Europa” XI Edizione, dove è inserita nell’antologia del premio con la poesia L’eco del tempo.
E ancora, nel 2011, ha partecipato al concorso Centro d’Arte coreografica “Aglaia” Premio Artistico Letterario “Nicola Mirto” arrivando finalista con le poesie Di ora in ora, Il tuo temo, Resisti. Nello stesso anno ha pubblicato con la casa editrice Aletti il suo libro di poesia dal titolo Essenza. Tramite la casa editrice Pagine è stata inclusa nell’antologia In linea con la poesia – seconda antologia poetica e presentando come poesie Parola segreta, Forma apparente, Commedia triste, Sguardo.
Nel 2015 con la Youcanprint Editore ha pubblicato, in versione E-Book, la sua terza raccolta di poesie dal titolo Lei.
Una breve interruzione, nel 2018, che l’ha allontanata dalla poesia ma che tramite la “Nuova associazione per le Arti Terapie” le ha fatto conoscere un nuovo mondo, diverso, tanto che presso le città di Firenze e Bologna ha partecipato a cicli di incontri teorico-esperienziali e relativi Workshop.
Sei anni dopo, la poesia l’ha richiamata e, nel 2021, è stata invitata dalla casa editrice Pagine a partecipare all’antologia poetica M’illumino d’immenso ed è presente in essa con le poesie 2020: pandemia d’arte, Amicizia, Incontri, L’umano essere.
Nel mese di luglio 2022 ha pubblicato con la casa editrice Prometheus il saggio dal titolo Andy Warhol il Narciso Pop. I Flowers come simbolo di una sensibilità Camp per una società liquida.
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